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Famiglia & Minori

Un po’ matti, un po’ fantasmi

Un thriller per una storia di follia e fantasmi: è Padiglione 22, opera prima di Livio Bordone. Il film, nelle sale a primavera, affronta la malattia mentale e la chiusura dei manicomi.

di Mara Mundi

Un thriller per una storia di follia e fantasmi: è Padiglione 22, opera prima del siracusano Livio Bordone. Il film, nelle sale a primavera, affronta la malattia mentale e la chiusura dei manicomi. Perché un thriller? Passeggiavo con un amico nel parco di Santa Maria della Pietà, ex ospedale psichiatrico di Roma. Entrai nel Padiglione 22, all?epoca abbandonato e fatiscente. Avvertii subito la sofferenza di chi era stato rinchiuso lì. Ebbi paura. Quella sensazione mi accompagnò nella stesura del film. Cosa c?entrano i fantasmi? Volevo raccontare la malattia mentale dal punto di vista soggettivo: è il racconto di Laura, architetto alle prese con lo spettro del fratello schizofrenico, morto quando lei era una bambina. Perché conclude il film con delle foto? Ho usato gli scatti di Gianni Berengo per mostrare l?orrore dei manicomi alla fine degli anni 60. Dà il senso del realismo estremo che nessun set può ricreare. Per non dimenticare.


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