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Un sì del profondo nord

Gerhard Brandstatter spiega le ragioni di una scelta coraggiosa: tra le 85 fondazioni che hanno aderito al progetto voluto da Guzzetti c’è anche quella di Bolzano

di Francesco Maggio

Il 22 novembre nasce ufficialmente, presso lo studio del notaio in Roma Marco Ieva, la Fondazione Sviluppo Sud. Un?iniziativa lungimirante, resa possibile grazie alla generosità dei centri di servizio per il volontariato, che hanno rinunciato a parte dei cospicui fondi che la legge sulle fondazioni bancarie assegna loro, e di ben 85 (su 89) fondazioni di origine bancaria. Era difficile immaginare, infatti, come ha più volte ribadito persino lo stesso presidente dell?Acri, Giuseppe Guzzetti, un?adesione così diffusa delle fondazioni del Nord (dove, peraltro, risiedono quelle più ?ricche?), a un progetto che esula, territorialmente, dal loro raggio d?azione e che parte con una dotazione patrimoniale complessiva di oltre 300 milioni di euro. Invece la partecipazione è stata convinta e compatta, come spiega Gerhard Brandstatter, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano. Vita: Presidente, perché è così importante dar vita alla fondazione Sviluppo Sud? Gerhard Brandstatter: Perché rappresenta una via alternativa che si può e si deve tentare di percorrere per portare idee e progetti a un Sud che è un territorio ricco di cultura, di umanità, che la storia ha più volte penalizzato con degli episodi, ma che ha diritto di essere aiutato nello sviluppo. Poiché le fondazioni di origine bancaria hanno per mission proprio quella di contribuire allo sviluppo del territorio, è importante che si impegnino in un progetto così ben organizzato e coordinato nel quale il presidente Guzzetti ha profuso, oltre che impegno e capacità professionali, anche tanta umanità, sentimento, altruismo. Vita: Proprio Guzzetti ha dichiarato che non s?aspettava dalle fondazioni del Nord, compresa la sua, un?adesione così convinta. E invece?. Brandstatter: La molla è stata soprattutto la serietà del progetto e la possibilità di favorire realmente lo sviluppo del Mezzogiorno. È un impegno etico aiutare. È un impegno per noi stessi, per il nostro futuro, per le nuove generazioni. Se il Sud, che se lo merita, riesce a sviluppare le potenzialità di cui dispone, domani ciò si tradurrà anche in uno sgravio per tutto il Paese. Vita: Secondo lei quali best practice la Fondazione Sud dovrebbe subito adottare e quali errori non commettere? Brandstatter: La prima cosa da fare sono istruttorie serie sui progetti. L?errore da non commettere è quello di farsi influenzare da richieste, da ?pressioni ambientali?, da esigenze non suffragate, appunto, da tecnicità e serietà. Vita: Pensa che la Fondazione Sud possa far da volano alla nascita di nuove fondazioni? Brandstatter: Le fondazioni bancarie hanno assunto un ruolo guida sul territorio nel campo del volontariato e infrastrutturale. Credo che anche la Fondazione Sud possa svolgere un ruolo simile, una sorta di advisor etico-sociale per aiutare a muoversi bene su un territorio che ha bisogno di iniziative virtuose. In tal senso anche l?imprenditoria potrebbe avvalersene. Vita: Se le chiedessero di entrare nel board della fondazione accetterebbe? Brandstatter: Se fosse utile, perché no. Ma sono tante le persone capaci che non ho dubbi opereranno bene. Vita: Il governatore Draghi vi ha di recente lodati come ?banchieri?. Che effetto le fa? Brandstatter: Nessuno, in particolare. Le fondazioni svolgono un ruolo di rilievo non solo in campo sociale ma anche dal punto di vista patrimoniale. Nel mondo economico rappresentano un fattore di stabilità e, non di rado hanno tolto molte castagne dal fuoco al mondo bancario.


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