Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Una legge così vaga penalizza i più deboli

Immigrazione - Assistenza sanitaria, un diritto negato

di Redazione

Sono un cittadino polacco, vivo a Roma da un anno e lavoro nel settore edile. Purtroppo non ho potuto regolarizzare la mia situazione giacché il mio datore di lavoro non ha voluto denunciare il rapporto di dipendenza. Mi trovo senza permesso di soggiorno, e alcuni mesi fa sono caduto in cantiere. Questo incidente mi ha causato diversi problemi, cioè due mesi senza lavoro e senza stipendio. Il mio datore non mi ha riconosciuto le spese sanitarie, che ho dovuto sostenere da solo, e in un?azienda sanitaria romana si sono rifiutati di coprire le spese per le cure di cui ho bisogno per recuperare la mobilità del braccio destro. Vorrei sapere cosa posso fare e a chi mi posso rivolgere. Lettera firmata Risponde Silvina Perez Nell?ambito del Decreto legge 489/1995, che ha come titolo: «Disposizioni urgenti in materia di politica dell?immigrazione», è stato stabilito, con l?articolo 13, il diritto alla salute come diritto per tutti, anche irregolari o clandestini, non solo per le cure specialistiche, ma anche per quelle ordinarie e continuative. Purtroppo la scarsa chiarezza di certi passaggi del testo ha prodotto una certa discrezionalità nell?applicazione della norma. La legge afferma che «agli stranieri, temporaneamente presenti nel territorio dello Stato sono assicurate le cure ambulatoriali e ospedaliere essenziali, ancorché continuative, per malattia e infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva». Ma proprio l?ambiguità della terminologia «gli stranieri temporaneamente presenti» ha causato tanti problemi nell?accesso alle prestazioni sanitarie. Molti ospedali giustificano infatti il rifiuto degli stranieri con una interpretazione restrittiva del concetto di urgenza. Tuttora per molti immigrati l?unica porta di accesso alla cura è quella del pronto soccorso. Fanno eccezione alcune aziende sanitarie romane. Nell?ambito del volontariato, invece, segnaliamo il servizio del poliambulatorio della Caritas di Roma che, dal 1983, ha organizzato un servizio di medicina di base per coloro che non avevano garantita l?assistenza sanitaria.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA