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Una sfida per crescere

La costituzione dei Forum richiede uno sforzo organizzativo notevole, che però vale la pena di affrontare. Ecco perché

di Felice Scalvini

Dalla nascita del Forum nazionale del Terzo settore sono passati quasi dieci anni. Sufficienti per trarre un bilancio positivo, ma anche per rendere evidente l?ulteriore innovazione istituzionale che il mondo del non profit italiano è chiamato a compiere. L?esperienza realizzata a livello nazionale, pur risultando estremamente positiva, si sta dimostrando insufficiente di fronte ai due grandi e complessi processi che in questi anni si stanno intersecando. Da un lato lo sviluppo del Terzo settore è stato irruento e non accenna a ridimensionarsi. In parallelo si stanno determinando trasformazioni che tendono a ridisegnare, in modo talvolta contraddittorio, il quadro istituzionale, sociale ed economico del Paese. Come reagire, affinché la cultura e la presenza del mondo del non profit acquisti sempre più rilevanza? L?indicazione-proposta che il Forum nazionale del Terzo settore lancia al mondo del non profit è semplice e concreta: rendere epidemica, in ogni angolo d?Italia, l?arte di associarsi tra organizzazioni, attraverso la nascita di di Forum locali del Terzo settore. Lo sforzo che abbiamo compiuto (e che ancora è da compiere) è grande, ma i risultati possono essere ancora più rilevanti. Innanzittutto, l?associarsi a livello locale non può che produrre effetti positivi sul tessuto interno delle organizzazioni. Favorisce lo sviluppo della conoscenza e della collaborazione tra realtà troppo spesso rinchiuse in una solitudine un po? narcisistica: le aiuta a confrontarsi, aprirsi, crescere. Rende possibile la costruzione di forme di reale rappresentanza e protagonismo anche delle piccole organizzazioni. Le sfida al contempo a far propria una cultura più complessa, a cimentarsi con problematiche di carattere generale, senza peraltro rinunciare alle loro specificità. Verso l?esterno, la costituzione dei Forum territoriali può consolidare la conquista di un?identità collettiva di cui oggi si sente una grande necessità. A livello locale il mondo del Terzo settore tende infatti ad apparire come un arcipelago frastagliato, attraversato da spinte e propensioni diversificate e persino opposte: un aggregato con il quale risulta difficile collaborare e talvolta anche soltanto discutere. Ma vi è un?ulteriore dimensione che può rendere ancor più entusiasmante la prospettiva dei Forum territoriali: essi possono rappresentare, per il Terzo settore e in particolare per i dirigenti, una straordinaria scuola di crescita culturale, organizzativa e politica. Una scuola aperta a molteplici stimoli, perché punto d?incontro tra le realtà del territorio e il Forum nazionale. Una scuola di solidarietà, democrazia e libertà, affidata alla capacità di crescere insieme e di educarsi reciprocamente. Per questo la proposta non ha ambiti geografici predefiniti. Si tratta di una scelta che debbono esercitare liberamente le organizzazioni del territorio. Potranno aggregarsi a livello di quartiere o di città, di vallata o di paese o di provincia. L?importante è che il più grande numero di organizzazioni raccolga la sfida e ed eserciti l?arte di associarsi. È un?arte esigente e delicata, ma di straordinario impatto, perché attraverso essa si costruiscono le strutture durature del progresso sociale e civile.


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