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Cooperazione & Relazioni internazionali

Wal-Mart, la spesa scoppia

Una vertenza globale contro la più grande catena distributiva del mondo

di Christian Benna

Prezzi stracciati per i consumatori, salari prossimi alla soglia di povertà per i dipendenti. Il controverso ?modello Wal-Mart? continua a crescere (285 miliardi di dollari le vendite nel 2004) come le domande degli aspiranti lavoratori. Ad Oakland, in California, è andato in scena l?ennesimo capitolo di amore/odio per il colosso della grande distribuzione. Domenica 28 agosto picchettaggi e girotondi hanno arroventato l?inaugurazione di un nuovo store. Sullo sfondo delle proteste centinaia di persone hanno varcato le porte attirate dagli acquisti low cost mentre 16mila curriculum si accumulano sulle scrivanie dei manager. La lotta per i 400 posti di lavoro offerti a Oakland è aperta. Un traguardo non da poco per una multinazionale che offre stipendi inferiori del 30, 40% rispetto ai suoi concorrenti. Fin qui niente di nuovo. Il numero uno della grande distribuzione ha le spalle robuste: una maxi class action tutt?ora in corso per discriminazione sulle donne, messa al bando da amministrazioni locali, come a New York, e il contenzioso sempre aperto con i sindacati in quasi tutti i Paesi in cui opera. Uno scontro che in Canada è sfociato in guerra aperta. Dove entrano le unions Wal-Mart chiude i battenti. Insomma, le condizioni le detta il ?padrone?. Almeno fino a oggi. Perché l?Union Network International, l?organizzazione di base in Svizzera che raccoglie circa 900 sigle sindacali, ha raccolto il guanto di sfida lanciando il primo picchettaggio globale. Dalla Corea del Sud al Brasile, dall?India alla Russia. Tutto sotto lo stesso tetto e la stessa guida. E per difendere a gran voce i diritti dei lavoratori è in partenza ?un corteo planetario?. Obiettivo delle proteste? Primo fra tutti: cambiare la politica salariale del gigante della grande distribuzione. Poi il riconoscimento del sindacato all?interno di Wal-Mart. E non da ultimo una diversa politica nei confronti dei fornitori, ormai per lo più asiatici, Cina in testa. L?Uni dichiara di volere dialogare con l?azienda e mira a un accordo. E intanto, a scanso di equivoci, ha messo in campo una strategia di assalto in collaborazione con i sindacati locali. Prima tappa l?Asia, in Corea del Sud, dove Wal-Mart impiega 3mila lavoratori; poi in India, dove la multinazionale intende sbarcare, non senza destare preoccupazione in seno al governo indiano. E per il 2006 è prevista una giornata (Global day action) di picchettaggio globale. Un?azione dimostrativa per attirare l?attenzione. E non è tutto. L?Uni si propone di ostacolare eventuali lanci di Opa (uno è in programma in Giappone). Il messaggio è chiaro: «Un sindacalismo globale», ha detto Joe Hansen, presidente di Uni, «è la chiave per affrontare la sfida di un?economia globale». Anche perché l?espansione Wal-Mart non è solo fisica. È un modello che sta facendo proseliti, come Lidl in Germania. La scontro si annuncia infuocato. L?azienda fondata nel 1962 nell?Arkansas ha ceduto raramente nelle sue rigide politiche sul lavoro. Dove è forte la presenza dei sindacati, come in Italia, ha preferito rimanere per il momento lontana, a dispetto delle voci di un?acquisizione di Esselunga. In Germania, il suo codice etico, per il quale i dipendenti non potevano avere relazioni personali, è stato bocciato. Malgrado tutto la battaglia alle multinazionali ?cattive? ha le sue ombre. L?annuncio della Campagna anti Wal-Mart nasce non a caso a Chicago dove a luglio si è consumato lo strappo più lacerante nel sindacato americano Afl-Cio, che non conta più del 12,5% dei lavoratori Usa. A uscire dallo storico ombrello c?era anche l?United Food and Commercial Worker capo fila delle azioni di picchettaggio globale. Pure la campagna al rilancio del sindacato è aperta. Strada diversa per la Cisl italiana, i cui vertici sono in questi giorni in oriente. «Il picchettaggio non serve», ha detto il segretario Savino Pezzotta. «Per affrontare i diritti dei lavoratori ci vogliono riforme in grado di imporre alle imprese che delocalizzano un codice di libertà sindacale». I numeri del Wal-Mart Volume di affari nel 2004 285 mld di dollari Profitti 10 mld di dollari Dipendenti 1,6 milioni di cui 1,2 in Usa Filiali all?estero 1587 (Argentina, Brasile, Canada, Cina, Germania, Corea del Sud, Messico, Porto Rico, Regno Unito). di Christian Benna


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