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Cooperazione & Relazioni internazionali

Parla Hans Blix, già capo degli ispettori. Iraq, tutte le bugie vengono a galla

il diplomatico svedese rivela nuovi particolari sul caso che due anni fa portò al conflitto. "Mi resta ancora incomprensibile il comportamento di Saddam".

di Paolo Manzo

«Hans Blix? È il mio eroe». Cora Weiss, la presidente dell?International Peace Bureau che, assieme all?ex capo degli ispettori Onu in Iraq, giovedì primo luglio ha ricevuto il premio Archivio disarmo per la pace Colombe d?Oro, non ha dubbi. E, a guardare i primi dati delle vendite di Disarmare l?Iraq, il libro-denuncia del 76enne svedese, uscito pochi giorni fa in Italia dai tipi dell?Einaudi, sono in tanti a considerarlo se non un eroe, di certo una persona molto attendibile. Del resto, Hans Blix ha fatto parte della delegazione svedese all?Onu dal 1961 al 1981, è stato ministro degli Esteri per un paio d?anni e poi, dal 1981 al 1997 (durata record) è stato direttore generale dell?Agenzia internazionale per l?energia atomica (Iaea). Infine, dal 2000 al 2003, Blix è stato direttore esecutivo dell?Unmovic (la Commissione di monitoraggio, verifica e ispezione delle Nazioni Unite per l?Iraq). Blix piace perché ha rifiutato di farsi corrompere, perché non ha fatto ciò che le autorità statunitensi volevano facesse, perché ha creato una Commissione sulle armi di distruzione di massa quando gli era oramai chiaro che, nel mondo unipolare d?oggi, c?è un gran bisogno di organismi completamente indipendenti, dove poter investigare con le mani davvero libere. La Weapons of Mass Distruction Commission (Wmdc), anche detta ?Commissione Blix?, è stata fondata il 16 dicembre 2003 e si è riunita tra il 28 e il 30 giugno scorsi a Vienna. Obiettivo? Rispondere agli ultimi sviluppi, profondamente preoccupanti, per la sicurezza del mondo e ricercare i modi per ridurre i pericoli delle armi nucleari, biologiche, chimiche e radioattive. Entro il 2006 la Wmdc riferirà a Kofi Annan e, di certo, ne verranno fuori delle belle. Protagonista dell?ultima puntata di Ballarò, in collegamento da Vienna lo scorso 29 giugno, Blix ha rilasciato a Vita una serie di riflessioni che aiutano a capire meglio cosa sia accaduto in Iraq. E quali potrebbero essere gli sviluppi. Vita: Mister Blix, nell?autunno del 2002, all?inizio delle ispezioni, lei riteneva ci fossero armi di distruzione di massa in Iraq. Quando iniziò a cambiare idea? Hans Blix: Nel gennaio 2003, quando eravamo stati in molti luoghi segnalatici dall?intelligence e non avevamo trovato nessuna arma di distruzione di massa. Poi ho verificato molte altre prove tangibili che mi hanno fatto diventare ancora più scettico sulla loro presenza. Vita: Di che prove tangibili parla? Blix: In primis del grande scandalo noto come ?yellow cake?, ossia il supposto contratto tra l?Iraq e il Niger per l?implementazione di un sito per la produzione di uranio da parte del regime di Saddam. Era un contratto che la Iaea poteva capire, in un sol giorno, che era falso. Ma il presidente Bush andò al Congresso Usa per parlare di questa prova… Un?altra ?prova? che mi ha reso scettico è stato il supposto sito per le armi chimiche in Iraq: noi siamo andati laddove gli esperti Usa pensavano di avere trovato prove importantissime di contaminazione, ma sul campo non trovammo traccia alcuna, né di armi biologiche, né di armi chimiche. Così, gradualmente, le prove avanzate stavano crollando tutte e credo che, a metà marzo 2003, quando ci fu l?invasione, fossero state erose in modo molto sostanziale. Vita: Cosa l?ha colpita di più di Saddam? Blix: Una cosa strana e che bisognerebbe cercare di spiegare è perché lui si sia comportato così con noi: dopo che il suo Paese era stato assoggettato alle sanzioni per anni e la sua gente aveva sofferto tanto per l?embargo, con l?Iraq che non poteva neanche importare il cloro per depurare l?acqua, con l?industria a terra, Saddam avrebbe dovuto avere tutto l?interesse a collaborare con gli ispettori. Vita: Secondo lei, perché non l?ha fatto? Blix: Credo che la prima congettura sia che gli era stato detto, più volte, che le sanzioni non sarebbero state tolte fino a quando lui non se ne fosse andato. Se questo fosse vero, credo che spieghi perché, nonostante in teoria avesse molti incentivi a cooperare, non lo abbia fatto. La seconda congettura è che abbia percepito tra le fila degli ispettori tante persone dell?intelligence che avrebbero riferito ai rispettivi servizi di sicurezza ciò che avevano visto. Una terza congettura potrebbe essere l?orgoglio, il fatto che Saddam non volesse ispettori internazionali all?interno dei suoi palazzi e nelle sue camere da letto. Queste potrebbero essere alcune delle ragioni che spiegano il suo comportamento. Vita: Potrebbe essere accaduto che lui pensasse di avere armi di distruzione di massa ma che, alla fine, non le avesse? Blix: Forse? Ho sentito dire che gli scienziati iracheni gli stessero passando informazioni molto ottimistiche, per ottenere più finanziamenti per la ricerca e per vivere meglio. Certo, è possibile, ma anche su questo dovremmo avere più prove in mano. Vita: Usa e Gran Bretagna sono andate in guerra, quindi, senza nessuna ragione? Blix: Nessuna delle ragioni dichiarate.


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