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Borrelli, Amesci: Renzi ora riformi il servizio civile

"Nei mesi scorsi il nuovo premier aveva toccato più volte il tema, parlando anche di un servizio europeo e obbligatorio. Scopra le sue carte, gli enti sono pronti al confronto"

di Daniele Biella

"Le condizioni sono positive come mai prima d'ora: abbiamo un nuovo premier giovane, che soprattutto già da tempo ha dimostrato di avere a cuore il futuro del Scn, servizio civile nazionale, parlandone in pubblico, lanciando proposte e, in temi non sospetti, ovvero qualche mese fa, incontrando enti e operatori di riferimento del settore. Ebbene, è ora che Matteo Renzi metta mano alla riforma del Scn, il più presto possibile". Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci e del Forum nazionale servizio civile (che mercoledì 26 febbraio tiene la propria assemblea annuale a Roma) ha chiara la road map per dare all'esperienza di politiche giovanili più virtuosa a livello nazionale l'attenzione, e i fondi, che merita: "è necessaria una riforma globale, dove ogni singolo tema è importante, dal riconoscimento giuridico del volontario alla regolamentazione dell'accesso degli stranieri, dall'introduzione di fondi privati con incentivi all'apertura del servizio a chiunque esprima la volontà di farlo".

Renzi aveva parlato non molto tempo fa della necessità di un "servizio civile europeo e obbligatorio, di almeno tre mesi" per tutti. "L'obbligatorietà non è la forma di coinvolgimento che riteniamo giusta. Lo Stato dovrebbe invece adoperarsi per incentivare la partecipazione dei giovani al servizio civile, preoccupandosi di garantire l’accesso a tutti coloro che chiedono di farlo (vedi in allegato il Manifesto per il servizio civile universale promosso da Vita.it ndr), di arricchire questa esperienza con più contenuti formativi e con prospettive occupazionali, di renderla maggiormente compatibile con i loro impegni di studio e lavoro", sottolinea Borrelli sollecitato da serviziocivilemagazine.it. "Oggi lo strumento è sicuramente troppo rigido, anche il solo studio diventa difficile da organizzare se sei impegnato 30 ore a settimana per un intero anno".

Nell'ottica renziana la distanza tra servizio civile e accesso al mondo del lavoro sembra essere breve: "se i giovani potessero realmente spendere le competenze acquisite durante l'anno di servizio nella ricerca di lavoro questo li indurrebbe a considerare il servizio civile non soltanto un’esperienza di solidarietà civica, ma anche una reale occasione di formazione", continua il presidente del Forum nazionale. "Non dimentichiamo che la sua natura è quella di strumento di difesa della Patria. Permangono saldamente all’interno di questa esperienza i valori della pace e della solidarietà, che rappresentano il brodo primordiale al cui interno i giovani crescono e si formano. E’ questa la sua più grande forza. E la più preziosa occasione che lo Stato ha di avvicinare i giovani nella loro crescita. Renzi ha ragione quando dice che 'qui si fa l’Italia'”.

In attesa della prossima mossa del neopresidente del Consiglio, anche a livello parlamentare si muove qualcosa: "Pochi giorni fa c’è stata una riunione dell’intergruppo parlamentare sul terzo settore per discutere la riforma con la Cnesc, Conferenza nazionale degli enti di servizio civile. Noi siamo andati ad ascoltare: si è parlato di un testo di riforma al quale pare stiano lavorando alcuni parlamentari, tra questi Paolo Beni e Edoardo Patriarca del Pd, ma non è stato mostrato nulla. Immagino che come loro anche altri parlamentari stiano lavorando a proposte e noi siamo aperti al confronto con chiunque sia interessato a riformare seriamente e attraverso un confronto collegiale il servizio civile". L'impressione  è che qualcosa stia bollendo in pentola per davvero questa volta. E che, dopo anni di stallo e scenari sempre più cupi, per il Scn ci sia la possibilità di intravedere qualche fascio di luce.


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