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Rsa in perdita per 2,72 milioni di euro al giorno

Undici euro al giorno a persona: tanto è la perdita che i servizi residenziali per anziani stanno registrando in questi primi sei mesi del 2022. Complessivamente, a fine anno la perdita per il settore sarà di un miliardo di euro. Il 79% delle Rsa ha già i bilanci in rosso. Il presidente di Uneba: «Il decreto aiuti ter non basta, servono ulteriori sostegni: è a rischio la sopravvivenza di strutture che accolgono 250mila anziani».

di Sara De Carli

Il 79% delle Rsa ha i conti in perdita nel primo semestre 2022 e il restante 21% è parimenti in difficoltà: evita il passivo solo grazie ad entrate da altre fonti. La perdita si aggira sugli 11 euro al giorno a persona (10,9 euro per l’esattezza): un dato che, proiettato sull'intero sistema delle Rsa in Italia, significa 2,72 milioni euro di perdita al giorno, 85 milioni al mese, oltre 1 miliardo di euro di perdita all'anno. Mezzo miliardo se consideriamo i soli posti letto gestiti dal non profit.

I dati allarmanti sono stati presentati ieri a Pesaro, dove è in corso il convegno "L'innovazione al servizio delle fragilità” di Uneba. Nell’indagine – curata del presidente di Uneba Milano Virginio Marchesi – sono state coinvolte 111 strutture per anziani non profit, in 11 regioni. Solo in Lombardia si stimano 315 milioni di euro di perdita nel 2022 per il sociosanitario. Dopo la pandemia del 2020-2021, è l’aumento vertiginoso del costo dell'energia nel primo semestre 2022 a investire come uno tsunami i bilanci delle Rsa.

«Ora la sostenibilità del servizio di accoglienza ai più fragili anziani delle nostre comunità diventa davvero a rischio, anche perché per il secondo semestre 2022 le prospettive sono ancora più fosche che per il primo semestre», afferma Uneba, associazione di categoria di quasi mille enti non profit attivi nel sociosanitario.

Confrontando il primo semestre 2022 con il 2021, nelle 111 Rsa coinvolte nella ricerca, i costi generali sono aumentati del 29,6%, i costi sanitari sono aumentati del 3% e i costi alberghieri sono aumentati del 6,1%. Nel secondo semestre 2022 con ogni probabilità l'aumento dei costi sarà ancora maggiore. L'aumento non riguarda solo le utenze e l'energia: anche il costo del personale è aumentato, come riflesso della carenza di infermieri e operatori sociosanitari. E anche le RSA, come tutti i cittadini, pagano l’incremento del costo dei prodotti. «Di fronte a questa drammatica situazione e al rischio che sia compromesso il servizio agli anziani più fragili, emerge la assoluta necessità di un più forte sostegno pubblico al settore: quanto previsto dal decreto Aiuti Ter nella sua attuale formulazione non è sufficiente», ha detto il presidente di Uneba, Franco Massi. «Le commissioni Giuridica e Fiscale di Uneba stanno preparando delle proposte di emendamenti al Decreto legge Aiuti Ter, che presenteremo alle commissioni parlamentari. Metteremo così alla prova le dichiarazioni di grande disponibilità raccolte dai partiti nelle scorse settimane. Questi interventi sono necessari: è a rischio la sopravvivenza di strutture che accolgono, non dimentichiamolo, almeno 250mila anziani non autosufficienti».

Qui il racconto di VITA su come il caro-bollette sta mettendo in difficoltà i servizi residenziali per anziani di tutta Italia:

Foto Fondazione Don Carlo Gnocchi


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