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Cooperazione & Relazioni internazionali

Argentina e Honduras: come cambia l’America Latina

di Paolo Manzo

Sono due le notizie rilevanti che negli ultimi giorni sono arrivate dall’America Latina. La prima è stata la sconfitta elettorale della coppia Kirchner (la presidenta Cristina e il marito Néstor) alle elezioni di “mid term” in Argentina che hanno rinnovato una parte degli onorevoli di Camera e Senato. L’altra il golpe in Honduras, che ha rovesciato il presidente Manuel Zelaya. Tre le considerazioni di questi due avvenimenti solo apparentemente scollegati. 1) La sconfitta del presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías su entrambi i fronti. Zelaya e i Kirchner, infatti, sono due dei tasselli del bolivarismo latinoamericano e, in un solo giorno, domenica 28 giugno, Hugo li ha persi entrambi. La sconfitta, tuttavia, potrebbe essere solo apparente e momentanea dal momento che l’Honduras appare sempre più isolato sullo scenario internazionale. Inoltre il neo presidente ad interim Roberto Micheletti è stato definito da alcuni analisti (e da Fidel Castro e lo stesso presidente rovesciato Zelaya) un “suicida a livello politico”. 2) I due eventi – golpe in Honduras e voto argentino – sono stati decisi dai tribunali. Nel primo caso l’intervento è stato diretto dal momento che è stata la stessa Corte Suprema honduregna a ordinare l’arresto di Zelaya. Nel secondo caso ad influire molto sul voto argentino, senza dubbio, una parte rilevante l’ha avuta l’indice dell’inflazione – il cosiddetto INDEC – artificiosamente “tarato” molto più in basso di quello reale dal governo Kirchner e dalla Corte dei Conti argentina, il tutto ad uso e consumo di Cristina. Di questo gli “elettori-consumatori” se ne sono resi conto e, questa la mia tesi, hanno punito il governo alle urne. Nonostante le intromissioni della Corte Suprema honduregna e del governo argentino, in nesuno dei due casi la popolazione ha mostrato di gradire gli interventi del sistema giudiziario nella vita politico-economica dei due paesi. Una lezione che merita di essere registrata. 3) In entrambi i casi lo zampino statunitense non c’è stato, a differenza del passato quando non si muoveva foglia nel Cono Sur senza che Washington non volesse.


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