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Cooperazione & Relazioni internazionali

AiBi diffida la Cai: Perché ci ostacola?

L'ente autorizzato denuncia presunte telefonate da parte della Commissione adozioni ad alcune coppie per invitarle a ritirare l'incarico che avevano affidato ad AiBi: "Abbiamo chiesto spiegazioni, ma come al solito non ci è arrivata alcuna risposta". Di qui la diffida, cui seguiranno altri provvedimenti "se il silenzio perdurerà"

di Gabriella Meroni

Sale decisamente la temperatura nel mondo delle adozioni internazionali, già agitato da conflitti interni e incomprensioni reciproche. L'ultima “bomba” arriva da  Ai.Bi.-Amici dei Bambini (nella foto, il presidente Marco Griffini), che dopo aver sospeso l'accettazione di nuovi incarichi da parte di coppie che desiderano adottare, ha diffidato la Commissione per le adozioni internazionali, accusandola di “fatti gravissimi”. Un'iniziativa senza precedenti, motivata secondo AiBi dal fatto che alcune coppie adottanti che avevano conferito all'ente l’incarico di accompagnarle nelle procedure adottive, avrebbero ricevuto telefonate dalla Cai in cui si chiedeva loro di revocare l'incarico.
Di qui la diffida, partita il 18 novembre “a seguito del mancato riscontro ad una importante richiesta di chiarimenti”, come si legge in una nota di AiBi. L'ente autorizzato si era infatti mosso, appresa la notizia delle telefonate dalle coppie stesse, chiedendo alla Cai maggiori informazioni, ma – prosegue la nota – “come ormai avviene regolarmente per ogni comunicazione trasmessa da AiBi alla Cai, la richiesta è rimasta senza alcuna risposta”. L'associazione prosegue chiedendosi perché la Commissione “ha agito con questa modalità (per telefono) senza lasciare alcuna traccia di tale richiesta per iscritto”, e perché, sempre secondo AiBi, “alle coppie è stato chiesto di inviare una comunicazione via e-mail alla Commissione con questa richiesta”. Inoltre si chiede perché i rapporti fra Cai e un ente autorizzato, “si trovano oggi a questo punto e la Commissione agisce addirittura alle spalle dell’Ente delegato”.
“Questo comportamento appare del tutto irrituale alla luce del ruolo istituzionale ricoperto dalla Cai e del rapporto diretto basato sulla fiducia e strutturato come contratto di mandato fra le coppie adottanti e gli enti autorizzati”, continua AiBi, sottolineando che l'iniziativa della Commissione sarebbe rimasta riservata “se non fossero state proprio alcune coppie coinvolte ad avvisare l’ente. Queste informazioni,  inoltre, sono state rese proprio dalle coppie che si sono meravigliate di tale inusuale richiesta”.
Concludendo, AiBi ribadisce di aver diffidato la commissione “per avere finalmente una risposta a tutti questi interrogativi”, aggiungendo che “in caso di perdurante silenzio l’Ente dovrà assumere ulteriori iniziative per tutelare innanzitutto le stesse coppie oltre che lo specifico ruolo assegnato dalla legge stessa ad ogni Ente Autorizzato”.


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