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Altro che evasioni, ecco il vero scandalo carceri

Le nostre carceri sono sovraffollate, zeppe di tossicodipendenti non curati, stranieri e ladri di polli (oltre un terzo sconta meno di 3 anni). Ci vivono 52 neonati e 24mila persone in attesa di giudizio. La recidiva è al 57%, meno del 3% lavora fuori, il Piano Carceri è al palo e le risorse continuano a calare. Sicuri che non si debba fare niente?

di Gabriella Meroni

E' davvero misero l'identikit del pianeta carcere italiano così come emerge dall'annuale Rapporto dell'Osservatorio Antigone, pubblicato proprio nei giorni in cui un paio di evasioni clamorose rischiano di riportare l'opinione pubblica ai facili slogan del tipo "buttate le chiavi", mentre gli interventi per disinnescare una bomba pronta a esplodere sarebbero ben altri. Ma ecco i numeri, punto per punto.
Sovraffollamento
La percentuale è arrivata ufficialmente al 134% (in 100 posti sarebbero detenute più di 134 persone) ma Antigone contesta i numeri del ministero, sostenendo che la reale capienza degli istituti di pena è di 37mila posti contro i 47.649 dichiarati. Se fosse vero (e Antigone cita la ministra Cancellieri, che avrebbe dato loro ragione), la percentuale schizza a oltre il 173%. In totale, comunque, i presenti al 30 novembre 2013 erano  64.047. Dai dati ufficiali le regioni più sovraffollate risultano essere nell'ordine Liguria (169,9%), Puglia (158,1%), Emilia Romagna (155,9%) e Veneto (153,4%).
Misure alternative
Anche se in questi giorni si dà addosso ai magistrati di sorveglianza per aver concesso permessi premio a un paio di detenuti evasi, le cifre dicono che esiste uno scarso uso delle misure alternative. Ecco i numeri: sono 832 i detenuti in semilibertà di cui 81 stranieri; 10.992 sono in affidamento in prova al servizio sociale; 10.189 in detenzione domiciliare. Inoltre 3.003 sono le persone in libertà vigilata, 558 i detenuti che svolgono in lavoro all’esterno, 4.159 sono quelli a cui è concesso la partecipazione a lavori di pubblica utilità per avere violato codice strada. 
In carcere senza processo
Le persone in custodia cautelare sono 23.923, il 37,4% della popolazione detenuta, un numero senza confronti in Europa. La situazione è poi ancora più abnorme in alcune regioni come Campania (49,6%), Calabria (49,5%), Liguria (43,1%), Lazio (41,7%) e Puglia (41,5%). Se si guarda ai soli detenuti stranieri, sono in custodia cautelare addirittura per il 43,2%. 
Stranieri e italiani
I detenuti non italiani sono 22.434 (35%). Le percentuali più alte si registrano in Trentino Alto Adige (71,9%), Liguria (58,4%), Veneto (58,3%) e Friuli Venezia Giulia (57,6%), regioni in cui gli italiani sono netta minoranza tra i detenuti. Dei 22.434 stranieri, la maggior parte vengono da Marocco (18,5%), Romania (16,1%), Albania (12,7%) e Tunisia (12%). Se si guarda alle sole donne, la maggior parte viene da Romania (26,9%) e Nigeria (8,8%). Quanto agli italiani, il 43,5 dei detenuti proviene da sole quattro regioni: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.
Donne e mamme
Le detenute sono 2.789, il 4,4% del totale. Il 26,8% sono detenute per una condanna definitiva inferiore all’anno, il 65,4% per condanne inferiori ai 3 anni. Nei 16 asili nido penitenziari esistenti, lo scorso giugno erano detenute 51 madri con 52 bambini, di cui 20 solo a Roma. Ma i bambini coinvolti dal fenomeno delle detenzione sono molti di più, basti pensare che i 25.119 genitori detenuti a giugno 2013 hanno insieme oltre 57.000 figli. 
Ladri di polli?
I presenti per condanne superiori ai 10 anni, inclusi i 1.581 ergastolani, sono in tutto il 10% dei condannati. Il 6,4% dei detenuti (il 9,3% degli stranieri) con sentenza definitiva sono in carcere per una condanna a meno di un anno, per fatti di scarsissima rilevanza penale. Il 26,9% (il 37,9% degli stranieri) sono in carcere per una condanna inferiore ai 3 anni, dunque nei termini per misure alternative alla detenzione. Il sovraffollamento delle nostre carceri è dunque fatto in molta parte da condanne per fatti di lieve entità. 
Tossicodipendenti
Al 31 dicembre 2012, ultimo dato disponibile, la percentuale di tossicodipendenti nelle carceri italiane era del 23,8% (il 20,70% tra i soli detenuti stranieri). Più allarmante il numero di persone detenute per violazione della legge sulle droghe: il 38,4% del totale nazionale, il 47% dei soli detenuti stranieri. 
Volontari e studenti
Il volontariato penitenziario italiano continua a essere una anomalia positiva: secondo i dati del Dap nel 2012 sono stati 12.098. I mediatori culturali, al contrario, sono pochissimi: nel 2012 sono stati 261 su 23.492 detenuti stranieri, ossia uno ogni cento detenuti stranieri. Il sistema dell’educazione purtroppo è ancora molto poco presente: i corsi scolastici sono 953, di cui solo 205 di secondo grado. Gli iscritti all’Università sono 316 (di cui 52 stranieri). Nella prima metà del 2013 sono stati attivati 251 corsi che hanno coinvolto 2.989 detenuti. Nello stesso periodo se ne sono conclusi 173, portati a compimento con successo da 1.711 detenuti, solo il 2,6% dei presenti. 
Lavoro finto e lavoro vero
 I detenuti che svolgono un "lavoro vero", quindi per datori di lavoro esterni al carcere, sono 2.148, il 2,9% del totale. Tra costoro 882 lavorano in carcere e 1.266 fuori dal carcere (in semilibertà o in articolo 21), ma sono distribuiti in modo molto diseguale nel paese: il 39% è in Lombardia, il 24,8% in Veneto ed il 10% nel Lazio. Nel resto del paese le aziende in carcere sono pressoché assenti. Al 30 giugno inoltre lavorava in carcere per l’Amministrazione penitenziaria il 17,5% dei presenti.
Recidiva
Dei 66.028 detenuti presenti al 30 giugno 2013 solo 28.341, il 42,9%, erano alla prima carcerazione. Il restante 57% tornava in carcere dopo esserci già stato. 
Piano Carceri e finanziamenti statali
Nella sua attuale stesura, il piano straordinario di edilizia penitenziaria prevede, a fronte di una spesa di 468 milioni di euro, la realizzazione di 4 nuovi istituti e 13 nuovi padiglioni, e il completamento dei lavori avviati in passato per 16 nuovi padiglioni, 3 nuovi istituti e 9 interventi di recupero su istituti esistenti, per un totale di 12.324 nuovi posti entro il 2016. Secondo Antigone però alla fine del 2013 sono in funzione solo poche centinaia di nuovi posti, contro i tantissimi che, dal 2010 ad oggi, sono andati perduti per la generalizzata assenza di manutenzione degli istituti. Quanto ai fondi statali, la previsione di bilancio dell'Amministrazione penitenziaria per il 2013 è di 2.783,5 milioni di euro contro i 2.970,1 milioni del 2003. Da allora sono aumentati di circa il 12,1% i costi per il personale, mentre i costi per mantenimento, assistenza, rieducazione e trasporto dei detenuti sono calati del 47% nonostante l'aumento della popolazione carceraria.
L'Osservatorio
L’Osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone nasce nel 1998 e, da allora ad oggi, ogni anno il ministero della Giustizia ha rinnovato l’autorizzazione a visitare tutti gli istituti di pena presenti sul territorio nazionale. Nel 2012-2013 sono stati oltre 40 i volontari coinvolti. Il rapporto 2013 è il decimo e si trova su www.associazioneantigone.it
 


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