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Bersani vs Renzi: e il non profit?

Cosa promettono i due candidati al terzo settore? Chi di loro potrebbe essere un premier davvero attento al sociale? Abbiamo cercato di capirlo analizzando i loro programmi e dichiarazioni recenti. Il verdetto però è tutto vostro

di Gabriella Meroni

Renzi e il non profit, Bersani e il non profit. Cosa cambierà per il terzo settore se vincerà le primarie il sindaco di Firenze? Cosa deve aspettarsi la galassia del sociale se prevarrà invece l'attuale segretario Pd? Siamo andati ad analizzare il programma dei due sfidanti (e anche qualche recente dichiarazione pubblica), volutamente elencati in ordine alfabetico, per capire quali sono le loro idee e chi dei due è più vicino a questo mondo (almeno a parole). Il giudizio spetta, ovviamente, a chi legge.

PIERLUIGI BERSANI
Il programma del candidato Bersani si condensa in "10 idee per cambiare" declinate in 10 capitoli. I titoli sono: visione, sapere, democrazia, sviluppo, Europa, beni comuni, lavoro, diritti, uguaglianza, responsabilità. Si tratta di un programma molto sintetico, quasi "da volantino", concepito per slogan facili da ricordare. Mancano quindi riferimenti puntuali alle singole problematiche, ma evidentemente si tratta di una scelta.

Alcuni elementi utili alla nostra indagine si trovano nel capitolo "Visione", dove si legge che "in un mondo in subbuglio, pace, cooperazione e accoglienza devono ispirare di nuovo il discorso pubblico". Bersani loda poi l'Europa, definendola "culla della civiltà del welfare", e continua dicendo che "nessuno si salva da solo, nessuno può stare bene davvero, se gli altri continuano a stare male: è questo il principio base del nostro progetto". Nel capitolo "Sviluppo" il segretario Pd dice di essere "per una politica industriale che preveda e imponga il rispetto dell’ambiente", cita la mobilità sostenibile, il risparmio e l’efficienza energetica. Tra i "Beni comuni", infine, insieme a energia, acqua, patrimonio culturale e paesaggistico, Bersani include il welfare, che è "da tutelare". Più esplicita la chiusa del capitolo: "L’autogoverno locale deve offrire spazi e occasioni alla sussidiarietà, alle forme di partecipazione civica, ai protagonisti del privato sociale e del volontariato".

Il 2 agosto scorso Bersani, incontrando il Forum nazionale del Terzo settore, aveva detto che i soggetti protagonisti del "civismo", vanno ascoltati perché "possono dare una grossa mano per uscire fuori da questa crisi. C'è un pezzo di classe dirigente di questo paese di cui nessuno parla mai", aveva aggiunto, "gente che ha nelle mani problemi rilevantissimi e contribuisce alla tenuta sociale di questo paese".

MATTEO RENZI
Le idee di Renzi per l'Italia  – anche lui sceglie questa parola al posto del vecchio "programma" – si dispiegano in 12 corposi capitoli (più un P.S.), molto approfonditi e particolareggiati. Nel capitolo Welfare come investimento sulle persone si trovano i passaggi più chiari e diretti sul terzo settore. Ecco cosa occorre fare secondo Renzi:

1. Semplificare la legislazione sul Terzo Settore a partire da una vera attuazione della legge sulla Impresa Sociale bloccata da anni da veti ideologici, ma in grado di contribuire alla creazione di nuova e soprattutto “buona” occupazione;
2. Riformare organicamente la disciplina delle associazioni, delle fondazioni e delle altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro riconosciute come persone giuridiche, delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche (libro I Titolo II del codice Civile);
3. Favorire nuove formule per le “clausole sociali” negli appalti pubblici per garantire sempre più opportunità lavorative per le fasce deboli del mercato del lavoro;
4. Creare patti territoriali nel sociale che superino gli attuali piani di zona e che abbiamo la capacità di coinvolgere tutti i soggetti pubblici, privati e del privato sociale (Terzo Settore e Non profit) per la costruzione di un Welfare plurale ed attivo.

Inoltre Renzi ha sposato recentemente, nell'incontro tenutosi lo scorso 18 ottobre nella redazione di Vita, alcune proposte avanzate da realtà sociali: il servizio civile obbligatorio ed europeo, per donne e uomini, visto come strumento "per creare senso di appartenenza, identità e comunità"; una legge per rendere più agevole il conseguimento della cittadinanza per gli immigrati e i figli di immigrati (voluta anche da Bersan); l'adesione al manifesto No Slot di Vita contro il gioco d’azzardo. Inoltre ha definito "una follia" l’aumento dell’Iva alle cooperative sociali, vista "l'importanza dei servizi forniti dalla cooperazione sociale".


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