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Attivismo civico & Terzo settore

Camera, un ponte per la fiducia

Chiude Montecitorio, grandi manovre per la maggioranza

di Franco Bomprezzi

Chiuso per fiducia, strano cartello alla Camera dei Deputati, che tornerà a riunirsi solo il 14 dicembre, giorno fatidico per le sorti del governo. Questa decisione, del tutto inconsueta, è al centro delle analisi dei giornali in edicola.

Il CORRIERE DELLA SERA sceglie di aprire sui dossier Usa relativi ai rapporti Italia-Russia, altra grana per Berlusconi, originata dalle rivelazioni di Wikileaks, e così la politica interna trova spazio, in prima, solo in un titoletto di spalla: “Camera ferma fino al 13: si aspetta la fiducia”. Ma poi molti sono i servizi nelle pagine interne, dalla 8 alla 11. Partiamo dalla consueta nota di Massimo Franco: “Il terzo polo cerca di rendere inevitabile la crisi di governo”. Eccone un passaggio: “Riuscire a indurre alle dimissioni l’attuale presidente del Consiglio appare altamente improbabile. L’idea di «una sorpresa», come viene definita la possibilità che nasca in Parlamento una maggioranza non appena il Governo Berlusconi entra in crisi, è suggestiva e insieme prevista: al punto che Pdl e Lega stanno preparando le contromisure. La stessa decisione di chiudere per una settimana il Parlamento, dal 6 al 13 dicembre, sembra rispondere alla voglia di eliminare altri incidenti e sospendere la guerra di logoramento nel centrodestra”.  Alessandro Trocino a pagina 9 si addentra nel garbuglio dei numeri: “Sfida chiave alla Camera. Tra incerti e battitori liberi in gioco una decina di voti”. Viaggio tra nuovi sostenitori della maggioranza, incerti, e pronti alla sfiducia. Intanto spicca la mossa di Casini, raccontata a pagina 10 da Paola Di Caro: oggi incontra Rutelli e Fini per formalizzare la sfiducia al governo. In pratica il vertice del nascente “terzo polo”.

LA REPUBBLICA apre ancora sui file di Assange (“WikilLeaks, il dossier Berlusconi-Putin”) e riserva la spalla per la politica: “Stop ai lavori della Camera fino alla fiducia”. Servizi all’interno (pagine 10 e 11). “Il Cavaliere: fiducia o voto la Camera chiude fino al 13” è il titolo del pezzo con cui Goffredo De Marchis riferisce dell’ultima esternazione di Berlusconi, sul sito di Forza Silvio: «Se il 14 dicembre non avremo una forte e consistente fiducia e ci sarà impedito di continuare a governare si andrà al voto». Ancora: «Siamo il governo del fare. Lo abbiamo dimostrato… Lasciamo agli altri le manovre e gli agguati… le chiacchiere e le inutili polemiche». «Saranno chiacchiere», commenta De Marchis, «ma la maggioranza spinge per la chiusura di Montecitorio da oggi fino al 14». Uno stop strategico credendo di evitare figuracce (pendente c’è la mozione contro Bondi, su cui è piovuta la grana bulgara dell’attrice sponsorizzata, la mozione contro la Rai di Masi e Minzolini). Il Pd si oppone. Ma nel complesso cresce la fibrillazione che spinge il serafico Gianni Letta ad avvisare: «navighiamo a vista». Intanto l’Udc presenta la sua mozione di sfiducia in vista di creare con Fli e Api il terzo polo…. E proprio a questa ipotesi è dedicato il retroscena di Carmelo Lopapa: “Il Terzo polo tenta la spallata «Se Silvio si fa da parte spazio a Letta»”. Casini Fini e Rutelli vogliono accelerare la crisi, incontrandosi (anche con Lombardo dell’Mpa e il libdem Tanoni) per dar vita finalmente al nuovo polo. Gioco di sponda fra Casini (che ottiene carta bianca dai suoi per sfiduciare il premier) e Fini (che spera di avere analoga delega dai suoi, fra i quali alcuni recalcitranti). Adolfo Urso ieri ha detto: «presenteremo una mozione con le altre forze alternative di centrodestra». Casini intanto ha visto Pisanu (che si dice con altri tre senatori è pronto la lasciare la maggioranza). Fra i papabili per il dopo Silvio, Gianni Letta (che ieri con Amato per la presentazione delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unità, si è schermito: «non corriamo, vediamo cosa succede il 14 dicembre»). Anche a sinistra comunque sale la tensione. Oggi Franco Marini avverte i leader del suo partito: “Il Pd non può avere nostalgia del Pci, se entra Vendola, il partito è finito”. «Imbarcare Vendola» sarebbe un «tuffo nel passato remoto, uno sbandamento». Marini precisa: «voglio rafforzare il Pd. Ci ho creduto molto e ci credo ancora, ritenendolo una necessità della politica italiana»; «Il Pd ha contratto un virus che si manifesta con il prevalere dell’io sul noi. Noi siamo una forza collettiva… Bersani mi piace perché parla della ditta, in modo forse un po’ rustico ma la ditta è “noi”».

È resa dei conti, è guerra per IL GIORNALE la chiusura della Camera. La spiegazione di Alessandro Sallusti: «un ramo del Parlamento chiude per evitare tensioni politiche che possano mettere a rischio l’approvazione da parte del Senato, della manovra finanziaria, così come chiesto dal presidente  della Repubblica: prima si mettono al sicuro i conti, poi si affrontano le beghe politiche». Sallusti immagina che da oggi «con la Camera chiusa la guerra di Fii e dell’opposizione si sposterà sul fronte mediatico. Fallito l’assalto Wikileaks, l’obiettivo è seminare il panico sulla tenuta dei conti dello Stato per creare un clima ostile alle elezioni anticipate e convincer quindi Napolitano prima e lo stesso Berlusconi poi trovare soluzioni alternative.  È un gioco sporco che crea turbativa sui mercati finanziari che baratta la tenuta della nostra economia con questione di potere e interessi personali. Non siamo nella situazione in cui si sono trovate Grecia e Irlanda. Lo dicono tutti, tranne Fini, Bersani, Vendola, Di Pietro e i giornali di sinistra. Un motivo ci sarà».

“Il parlamento” titola IL MANIFESTO in prima pagina sopra una foto degli studenti riuniti in un’aula dell’Accademia di Brera, che continua a essere occupata in segno di protesta contro la riforma dell’Università. La politica è affrontata a pagina 3: “Fini chiude la camera e firma la sfiducia con l’Udc”. «La decisione della conferenza dei capigruppo sulla serrata di Montecitorio è la prima tappa delle delicatissime trattative che si fanno sottobanco nei vari palazzi della capitale» scrive IL MANIFESTO. «E fa sorridere che a chiudere il parlamento siano gli stessi che invocano da mesi la “responsabilità nazionale” contro la crisi». Saltano le mozioni anti-Bondi e anti-Calderoli, quelle sulla Rai e sul fisco. L’ipotesi è quella di una “crisi pilotata” che ritroverebbe Berlusconi a Palazzo Chigi ma con il potere spartito fra Fini e Casini. Ma l’incognita, scrive IL MANIFESTO, è la Lega.

La politica trova spazio sul SOLE 24 ORE a pagina 23. “L’Udc annuncia la mozione di sfiducia” è il titolo del pezzo di apertura. Il commento di Stefano Folli si intitola “Tra America ed Europa: il faticoso iter del premier verso il 14”: «Nella tormentata marcia di avvicinamento al 14 dicembre, ieri Berlusconi ha segnato un punto. Il secondo, per essere precisi, dopo l’approvazione della riforma Gelmini in una Camera assediata dai dimostranti. L’incontro con Hillary Clinton e la patente ricevuta di «migliore amico dell’America» può sembrare un atto dovuto da parte del segretario di Stato. Ma tant’è. (…) È una boccata d’ossigeno. A suo avviso nessuno potrà sostenere adesso che gli Stati Uniti guardano con simpatia a Fini come possibile leader di una nuova destra moderata italiana. In realtà sappiamo che le cose sono più complicate. Comunque vada il voto del 14, l’incertezza regna sovrana. Gli anti-Berlusconi, da Fini a Casini a Bersani, non dispongono oggi di una maggioranza alternativa che sia credibile. Se fossimo in Germania, dove la sfiducia deve essere “costruttiva”, le mozioni parlamentari non sarebbero messe ai voti».

“Si avvicina il voto sulla fiducia e la Camera chiude sette giorni” è il titolo del taglio basso in prima pagina di AVVENIRE che rimanda ai servizi interni di pagina 8 e 9 sul futuro dell’Esecutivo.  Si parte dalla richiesta firmata da Pdl e finiani (con il placet della Lega e, soprattutto, con la benedizione del presidente della Camera) che scelgono di chiudere Montecitorio fino alle 16 del 13 dicembre, ora e data in cui inizierà la discussione sulla mozione di sfiducia al governo, da votare il giorno seguente. AVVENIRE scrive che «la maggioranza preferisce quindi evitare altre schermaglie (ed eventuali “scivoloni”) su mozioni ed emendamenti” Slittano così i voti su Bondi, Calderoli e Rai. Protestano le opposizioni: per Di Pietro “È uno scandalo, uno schiaffo alla gente che lavora”, mentre l’Udc Galletti parla di “preoccupazione del Pdl di affrontare la Camera”. Berlusconi intanto è in Kazakistan, con altri 55 leader mondiali, e rilancia la sua politica estera incassando il plauso della Clinton (“Gli Usa non hanno amico migliore”). Sulla situazione italiana  dichiara: “Se il 14 non avremo un sostegno forte, si tornerà alle urne”. Il quotidiano cattolico evidenzia poi le strategie dell’Udc che presenterà una sua mozione di sfiducia. Casini avverte: «Silvio si dimetta, poi ci sia un esecutivo di responsabilità», rimanda al mittente le pressioni del segretario del Pd Bersani per una convergenza sulla mozione del suo partito e annuncia per oggi un vertice con Fini e Rutelli. «Se le opposizioni non si mettono d’accordo sulle mozioni, nessuno pare, però, scaldarsi per il ricorso alle urne, tranne Vendola e Di Pietro», scrive AVVENIRE. «E mentre Berlusconi ribadisce o me o il voto, Bossi si dice fiducioso sull’esito». 

“Troppi rischi, la Camera chiude” è l’apertura in prima de LA STAMPA. Il commento, invece, è affidato a Marcello Sorgi “Le pistole sul tavolo”. Oltre alla cronaca dei fatti, il quotidiano di Torino riprende le dichiarazioni del cardinal Ruini: «L’Italia attraversa un momento molto delicato, ma ne uscirà positivamente, come tante altre volte ne è uscita: noi italiani non siamo molto bravi nel lungo periodo ma lo siamo a superare le difficoltà di breve periodo, e questa è una difficoltà di breve periodo», evidenzia Ruini, non più Vicario del Papa ma più che mai suo ascoltato consigliere, come dimostrano la nomina a Torino di Nosiglia e il ritorno al vertice della comunicazione Cei dell’ex direttore di Avvenire. «Oggi la crisi economico-finanziaria e sociale è il problema più insidioso e rientra nel ridimensionamento del ruolo dell`Occidente nel mondo in rapida evoluzione», sottolinea. Intanto, questi giorni di “vacanza” serviranno a trovare la strategia giusta per affrontare la fiducia del 14. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi disegna l’ipotesi su cui starebbe lavorando il premier: “Porcellum e rimpasto. Il premier ora tratta” è il pezzo di Ugo Magri a pagina 3: «Si racconta che Gianni Letta abbia finalmente ottenuto da Berlusconi un via libera ai colloqui coi «futuristi». Che il Cavaliere stia addivenendo a più miti consigli perché l’offensiva congiunta del Fli e dell’Udc lo pone con le spalle al muro, dunque avrebbe preso paura».

E inoltre sui giornali di oggi:

TEST AGLI IMMIGRATI
CORRIERE DELLA SERA – Apertura di pagina 28: “«Quanti figli hai?», il test d’italiano per stranieri”, entra in vigore il 9 dicembre il decreto Maroni che introduce il test obbligatorio di lingua straniera per gli immigrati che intendano ottenere il “permesso CE per soggiorno di lungo periodo”, essendo già regolarmente presenti in Italia da almeno 5 anni e avendo compiuto i 14 anni di età. 60 giorni passeranno dalla domanda di test alla effettiva attuazione, i primi test dunque si effettueranno fra gennaio e febbraio, e tutti tendono a tranquillizzare, non si tratterà di prove difficili, ma verrà richiesta solo “una comprensione elementare”.

GREEN ECONOMY
IL GIORNALE – La blu economy è il passo oltre la green economy. È il servizio di copertina di Espansione, in edicola domani con il quotidiano di via Negri. «La blu economy è fatta con prodotti con più attenzione per l’ambiente. Il verde non basta più e la fase successiva ha l’obiettivo di creare meno scarti possibili e di riutilizzare al 100% quelli che non si possono evitare. In natura non esistono rifiuti. L’uomo è il solo animale che produce rifiuti e non li riutilizza».

YUNUS
AVVENIRE – “Il Nobel Yunus sotto accusa: buco nero nel microcredito” è il titolo di pagina 15 che parla dell’inchiesta di una tv norvegese sul banchiere dei poveri, accusato di aver girato a una società 74 milioni frutto di donazioni. Chiamato a rispondere, restituì alla Gramen Bank solo 21 milioni. La vicenda è relativa alla metà degli anni Novanta. Nel video del giornalista danese Heinemann anche le testimonianze di molti contadini delle aree più disastrate vittime di tassi di interesse esorbitanti.

LA STAMPA – “Da Oslo un colpo al mito di Yunus”. A intaccare l’immagine del premio nobel per la Pace, Yunus, un documentario. Dal quale verrebbe alla luce un sistema di prestiti ai consumi non proprio infallibile, che si è trasformato per i beneficiari in gioghi strozzineschi.

CEPU
CORRIERE DELLA SERA – Interessante pezzo di Sergio Rizzo: “Gli aiutini per legge a mister Cepu e alle casse dei partiti”. Ovvero come nelle pieghe della riforma universitaria si celi un consistente aiuto agli atenei telematici, quelli, come il Cepu, delle lauree a distanza, che potranno accedere ai fondi destinati agli istituti non statali “in base al merito”.

PENSIONI
ITALIA OGGI – Il quotidiano dei professionisti apre in prima con un approfondimento sul bilancio sociale dell’Inps che è stato presentato ieri a Roma nella sede del Cnel. Secondo l’approfondimento “Pensioni, domande on line” pubblicato a pagina 27 nella sezione Lavoro e Previdenza, dal 2011 tutte le domande all’Inps dovranno essere presentate solo per via telematica. Per gli anziani che non hanno dimestichezza con la tecnologia e con i linguaggi telematici, i diretti interessati potranno rivolgersi ai contact center dell’ente. Oltre alla novità telematica, il pezzo fa una panoramica sulla situazione dell’Inps come i numeri delle imprese iscritte, dei pensionati, delle prestazioni della spesa, e mette anche in evidenza come nel 2009 le istanze di invalidità sono crollate del 20%.

VOLONTARIATO
AVVENIRE – “Oltre un milione di volontari. Le storie? Le ascolti in radio” è l’articolo di pagina 11 sull’iniziativa di Radio 3 che domani, alla vigilia della Giornata Mondiale del Volontariato, rivoluziona i palinsesti e dedicherà tutte le trasmissioni, dall’alba alle due del giorno dopo, al racconto di tante storie di solidarietà. Il direttore, Marino Sinibaldi, annuncia anche che Radio3 dal 2011 parlerà con continuità di volontariato presentando tre esperienze esemplari in presa diretta.


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