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Con il trucco della SLA il 5 per mille 2011 ci ha rimesso

Zone d'ombra chiarezza sui 100 milioni

di Redazione

Come si può essere sicuri che 100 milioni di euro verranno dati per progetti SLA quando il contribuente sceglie un codice fiscale e non un progetto specifico? Un’organizzazione potrebbe occuparsi di SLA ma anche di altro: come possiamo sapere se nel novero delle organizzazioni iscritte agli elenchi dell’Agenzia delle Entrate che si occupano di SLA vi siano in cantiere progetti per 100 milioni? Fausto Ferriani

Il mistero dei 100 milioni alla SLA mette in affanno la nostra capacità di comprensione. Nel Milleproroghe di inizio anno è stata inserita la disposizione che prorogava il 5 per mille anche per il 2011, elevando le risorse dai 100 milioni previsti nella finanziaria di fine 2010 a 400 milioni complessivi. Il legislatore, però, ha inserito la previsione di destinare “fino a” 100 milioni mirati “ad interventi in tema di sclerosi amiotrofica per ricerca e assistenza domiciliare dei malati”, prelevando questi soldi proprio dal fondo del 5 per mille.
Diversamente dall’interpretazione del lettore, le somme così destinate alla SLA non sono da computarsi come “preferenze” date dai contribuenti agli enti che si interessano della malattia, ma sono un vero e proprio finanziamento estraneo al 5 per mille. Come dire che le risorse destinate al 5 per mille potranno essere decurtate fino a 100 milioni se enti pubblici e privati sapranno chiedere questi soldi ai ministeri competenti per le finalità di ricerca ed assistenza ai malati di SLA. Ciò non toglie che vi sono enti che combattono la SLA che si stanno iscrivendo al 5 per mille di quest’anno, e che pertanto, alla pari degli altri, concorreranno a raccogliere le preferenze dei contribuenti.
La spiegazione della destinazione dei 100 milioni alla SLA (e della locuzione “fino a” che nella versione pre-conversione in legge del DL non c’era e che pertanto presupponeva un finanziamento fisso) ci è stata offerta in Senato da Malan lo scorso 14 febbraio: l’emendamento, afferma il senatore, «evita che le somme che eventualmente questi enti non fossero in grado di usare, anziché andare perdute, o per meglio dire anziché essere ridestinate ad altro fine, possano essere tutte utilizzate per le associazioni e gli enti che ricevono le firme per il 5 per mille». Bisogna quindi ringraziarlo – a suo dire – perché ha fatto in modo che se enti pubblici e privati non richiedono (e spendono?) la somma intera, la restante parte va a colmare l’ormai magro bottino del 5 per mille generale.
È chiaro che se si raccontano parzialmente i fatti, non si fa luce sulla vicenda. Bene ha fatto la lobby degli enti che combattono la SLA a premere affinché venissero destinati dei finanziamenti ai loro fini. Male ha fatto il legislatore ad andare a prendere queste somme da un fondo già impegnato. Così, la nostra classe politica ha ridotto il 5 per mille a qualcosa di meno del 5 per mille. Questo è un fatto. Malan e colleghi si ergono quindi a strambi Robin Hood, che tolgono ai poveri per dare ai poveri. [Carlo Mazzini ? www.quinonprofit.it]


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