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Con la Croce Rossa la rinascita dell’hotspot di Lampedusa

Alloggi, bagni mobili, potenziamenti di diversi servizi e tra 70 e 80 nuovi operatori tra medici, infermieri e mediatori. A una settimana dall’insediamento nella struttura di Contrada Imbriacola la Croce Rossa illustra il programma di pianificazione davanti ai prossimi arrivi di migranti sull’isola: “Ripristinare dignità”

di Alessandro Puglia

Pianificazione e accoglienza. Così ad una settimana dall’insediamento della Croce Rossa nella gestione dell’hotspot di Lampedusa per il primo centro di approdo dei migranti che arrivano in Europa dal Mediterraneo inizia una nuova era. «Non giudichiamo quello che c’era prima, anche se era tutto un po’ lasciato al caso, adesso il centro verrà gestito secondo i modelli che la Croce Rossa applica da anni» spiega Ignazio Schintu, direttore delle Operazioni emergenze e soccorsi di Cri.

Nella struttura in una settimana sono stati rinforzati diversi servizi, dalla riorganizzazione dei moduli abitativi, alla mensa all’introduzione di bagni mobili. Servizi essenziali che negli ultimi anni nella struttura di Contrada Imbriacola sono stati spesso assenti, con persone costrette a dormire a terra sui materassini.

«Questo ci permetterà in condizioni di emergenza di garantire un’accoglienza maggiore anche in termini numerici» aggiunge la Croce Rossa che sull’isola ha già trasferito team di medici, sanitari, infermieri, mediatori. In totale ci saranno tra i 70 e gli 80 operatori.

All’interno del centro verrà portato avanti il progetto Restore Family Links per favorire i ricongiungimenti familiari: «Ci sarà il wi-fi e i migranti avranno tramite dei cellulari messi a disposizione la possibilità di avvisare i propri familiari di essere arrivati sani e salvi».

Durante la conferenza stampa il prefetto Valerio Valenti, commissario all’emergenza migranti ha invece sottolineato l’impegno per garantire «le procedure di frontiera con rapidi rimpatri», anche prendendo in considerazione la presenza di un centro di trattenimento ai fini per favorire i rimpatri.

Dal centro non si potrà uscire e l’auspicio è di non far sostare le persone per un periodo superiore a 24-48 ore: «Avranno tutto ciò che gli serve, l’obiettivo è di fare di Lampedusa un centro di eccellenza», ripetono all’unisono le autorità presenti.

Il 18 febbraio scorso all’interno dell’hotspot di Lampedusa è morta una giovane donna di 26 anni della Costa D’Avorio, Fatoumata Bamba. Oggi a lasciare l’isola sono state anche le otto salme di migranti morti davanti nel Mediterraneo che da due mesi aspettavano di essere trasferite.


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