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Gioco e dipendenza, un click oltre il confine

«Mai stabiliti dal governo interventi per patologie da gioco»

di Redazione

La liberalizzazione del poker cash preoccupa moltissimo gli operatori socio-assistenziali e gli psicologi. «Quando giochiamo on line», avverte Federico Tonioni, responsabile dell’ambulatorio per la dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli, «non ci accorgiamo né del tempo né delle perdite. Perdiamo il senso del limite. E siamo a rischio». Un rischio inversamente proporzionale all’età: «Il poker on line sarebbe vietato ai minori di 18 anni», puntualizza Daniela Capitanucci, psicologa e presidente dell’And, «ma Lottomatica a parte, molti siti non fanno controlli». «Sembra ci sia il progetto di trasformare gli italiani in una popolazione di giocatori compulsivi», continua Capitanucci.
È quella “dipendenza senza sostanza” che aspetta da mesi il decreto promesso con la manovra 2011: entro 60 giorni i ministeri della Salute e delle Finanze avrebbero dovuto individuare linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero delle patologie da gioco. Mai arrivate. Come non è arrivata risposta alcuna a una “Lettera aperta” che l’Alea – Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio ha inviato a luglio a Tremonti, Sacconi, Fazio e Giovanardi, in cui chiedeva l’inserimento del gioco d’azzardo patologico nei Lea, con un trattamento pari a quello per i pazienti tossico e alcol dipendenti.


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