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Il tuo sito è pronto per il mobile?

Consigli pratici su strategia e ottimizzazione, accessibili anche per una piccola non profit. La settima puntata delle lezioni di fundraising a cura di Allegra Lo Giudice, la director Business Development di Change.org

di Allegra Lo Giudice

Ancora l’anno scorso, alla domanda “il vostro sito è ottimizzato per il mobile?” molte organizzazioni mi rispondevano: “No, però abbiamo abbiamo fatto questo minisito!”

Ok il minisito, (che spesso viene usato per campagne specifiche) ma il sito istituzionale? Molte organizzazioni hanno la tendenza a rimandare fino a quando non è più possibile far finta di niente. Il punto è che stanno perdendo tempo prezioso.

Purtroppo c’è ancora un po’ di confusione e sento persone affermare che il loro sito è mobile, anche se non è propriamente così.

Google ci viene in aiuto, dal momento che penalizza molto chi non si sta aggiornando, e quantomeno ci fornisce alcuni suggerimenti validi sia per le grandi, le medie e le piccole organizzazioni.

Questo sito https://testmysite.thinkwithgoogle.com/ vi aiuta a capire se il vostro il sito è mobile, facendo delle analisi molto semplici:

  • mobile friendliness (cioè il modo in cui il vostro sito è visualizzato sui diversi dispositivi e il modo in cui può essere usato, cliccato, condiviso ecc)
  • mobile speed (quanto si carica veloce il sito su mobile?)
  • desktop speed (quanto si carica veloce il sito su desktop?)

Questo perché potreste avere un sito perfettamente responsive, ma avere uno slideshow molto pesante che carica la homepage lentamente.

Bene, Google ci dice che abbiamo 3 secondi. Una lotta contro il tempo lo so, ma pensate a quando siete sul vostro telefonino, in piedi sull’autobus pieno e volete vedere quel contenuto e avete poco tempo prima delle fermata. Se la pagina non si carica, in prossimità delle fermata chiuderete il telefono, farete il tratto di strada a piedi pensando ad altro o riceverete una telefonata, e la ricerca che avete lasciato in sospeso vi sarà passata di mente.

È un concetto semplice, ma non è facile da realizzare. E Google lo sa bene, per questo ci aiuta e anche perché ha tutto l’interesse a rimanere il primo motore di ricerca al mondo.

Inserendo la URL della vostra associazione avviate lo screening e… magia!

È anche bello quel momento poco prima che esca il risultato. Proviamolo insieme con Change.org: ne usciamo abbastanza bene, velocità a parte, che è un aspetto su cui stiamo lavorando. La parte mobile è ottima, questo perché abbiamo seguito il trend dei nostri visitatori (2 milioni al mese) e abbiamo visto che piano piano aumentavano quelli da mobile e diminuivano quelli da desktop:

Google fornisce una sorta di voto per ogni aspetto.

E possiamo anche vedere il dettaglio dell’analisi:

Successivamente è possibile richiedere un report dettagliato per ogni voce. Analizziamo anche quello che Google non ritiene ancora ottimizzato al 100%:

Questo report ci fa notare aspetti di difficile comprensione ed è per questo che Google vi consiglia di sottoporlo al webmaster.

Però finalmente avete uno strumento facile da usare e da capire con cui interfacciarvi con l’agenzia o i tecnici del sito.

Ma Google a parte, quali sono gli altri aspetti che dobbiamo tenere sotto controllo? Dovete avere una strategia mobile che comprenda anche i social media e le email.

Senza entrare troppo nello specifico, ricordatevi che i contenuti su Facebook devono essere costruiti in modo tale da conquistarsi un posto nell’attenzione degli utenti. Interessante a tal proposito il concetto di “content safe area” cioè l’importanza di scrivere all’inizio i contenuti importanti in modo da attirare l’attenzione il più possibile e convincere il lettore ad approfondire.

Le vostre email, poi, sono responsive? Quanto obbligate i vostri lettori a scorrere i contenuti prima di capire il contenuto? O peggio, ad ingrandire il testo per poterlo leggere?

I consigli sono:

  • dotatevi di un sistema invio professionale (Mailchimp o MailUp vanno benissimo e hanno dei costi molto accessibili, anche per le piccole onp)
  • oggetto delle email e i testi devono essere brevi e molto sexy, nella casella di posta la competizione è alta, lì dentro arriva di tutto
  • call to action chiara e visibile (a prova di pollicione)
  • parte integrante dell’email è la landing page, li state mandando su una pagina responsive?

Ma prima di tutto, prima di andare su Google e dare il vostro sito in pasto ai suoi impietosi giudizi, fate un’altra cosa, ben più importante.

Aprite Google Analytics del vostro sito e fate un’analisi attenta degli utenti che vi seguono, capitene il trend andando indietro nel tempo (sta aumentando il numero di persone che arrivano da mobile?), fate la stessa cosa su Facebook (e gli altri social) e per le email, e a questo punto avrete elementi a sufficienza per mettervi subito a lavoro.


Allegra Lo Giudice è Director Business Development di Change.org. Ha una lunga esperienza nel settore del non profit e delle ONG, avendo lavorato per Amnesty International, Greenpeace e LAV. Si è principalmente occupata di raccolta fondi da singole persone, gestendo programmi come il dialogo diretto e il telefundraising. Negli ultimi anni si è specializzata in fundraising online e web-marketing gestendo campagne SEM, Facebook ed email marketing. Su Twitter è @Allegradimente.

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