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L’arte dei luoghi feriti. Nelle Marche, la rete fa la differenza

Quasi cento opere salvate dal terremoto sono ora visitabili a Osimo: uno straordinario esempio di cooperazione, solidarietà, mutualismo e tempestività dell'intervento. Protagonisti: enti e musei del territorio che da tempo si erano costituiti in rete. Una buona prassi che ha dato i suoi frutti, un modello da seguire

di Marco Dotti

Scriveva Giacomo Leopardi, nelle Ricordanze: «E che pensieri immensi, / che dolci sogni mi ispirò la vista/ di quel lontano mar, quei monti azzurri, /che di qua scopro, e che varcare un giorno / io mi pensava, arcani mondi, arcana / felicità fingendo al viver mio! ».

Un'identità ferita

Quei monti sono i Sibillini. Luoghi di identità e di vita. Luoghi oggi feriti dal terremoto dell’ottobre scorso. Un sisma che ha colpito le aree interne e ha lasciato tracce sul patrimonio culturale delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ma ha anche mostrato come dall'arte, nell'arte si possa trovare quel fare cooperativo che spesso ha caratterizzato la laboriosità della provincia italiana.

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La Rete Museale dei Sibillini comprendente otto comuni: Montefortino, Montefalcone Appennino, Smerillo, Monte Rinaldo, Montelparo, Montalto Marche, Loro Piceno e San Ginesio. Il grande patrimonio artistico di questi musei è stato messo a repentaglio dalle scosse di terremoto che, dall'estate scorsa, hanno sconvolto il territorio.

«Dopo la scossa di terremoto di agosto, », ci spiega Daniela Tisi, responsabile della Rete Museale dei Sibillini, «avevamo studiato un piano: la Direzione si è attivata per intervenire. Avevamo inizialmente pensato a un'adozione dei musei: i musei inagibili avrebbero continuato la loro attività, sostenuti da altro, ma poi le cose sono cambiate. La nuova scossa di ottobre ci ha costretti a ripensare tutto e in tempi rapidi». E così è stato.

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Se oggi il grande patrimonio dei Sibillini è stato messo in sicurezza presso il Museo Civico e a Palazzo Campana di Osimo, in provincia di Ancona, lo si deve alla Rete Museale, straordinario esempio di mutuo sostegno e di cooperazione civica che, qui, ha dato frutti eccellenti.

Protocolli di intervento culturale

Nelle Marche, ci spiega ancora Daniela Tisi, «si è dato vita a un un protocollo di solidarietà fra 8 comuni – 9 con Osimo – mai visto prima. Un protocollo in cui enti, istituzioni, comuni, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, l’Istituto Campana per l’Istruzione Permanente, a hanno trovato in tempi rapidissimi una soluzione per mettere a deposito e, quindi, in sicurezza le opere presso il Museo Civico e al tempo stesso renderle fruibili al pubblico, per ripartire».

È nata così la mostra,CAPOLAVORI SIBILLINI. L’arte dei luoghi feriti dal sisma, allestita a Palazzo Campana a Osimo. «I comuni dell'entroterra marchigiano si sono uniti e hanno unito il loro patrimonio culturale e hanno affidato al museo un ruolo da protagonista», racconta la responsabile della Rete museale dei Monti Sibillini. Questo è l'unico esempio di rete attiva, funzionante della Regione Marche, «tant'è che alcuni anni fa siamo stati chiamati, proprio per l'efficienza del nostro sistema, dalla Regione Campania dove abbiamo portato la nostra esperienza come buona prassi»

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Il valore del fare rete

Il palazzo storico di Osimo, scelto come luogo espositivo, ha da poco ospitato la mostra Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi, che ha scelto di chiudere prima i battenti proprio per dare la possibilità ai capolavori sibillini di essere esposti, ma anche conservati e curati. Anche con parte dei proventi che verranno dai biglietti di ingresso. Un esempio di generosa generatività che raramente si vede all'opera.

«Quello di cui siamo orgogliosi è la rapidità», risponde orgogliosa Daniela Tisi. «Questo lo dobbiamo all'efficienza a monte della nostra esperienza di rete, iniziata nel 2013. Abbiamo agito repentinamente e la Sovrintendenza e la Regione ci sono state vicinissime».

Oggi, proprio grazie a questa esperienza di rete il museo non "mangerà" le visite nei luoghi feriti, tutt'altro. Lontani dalla logica dell'evento, che tanto dà sul breve, ma nulla sul medio-lungo periodo nelle Marche hanno pensato di avviare una serie di percorsi e attività sul territorio, oltre a itinerari che portino a scoprire gli artisti nei luoghi d'origine.

In primis a Montefortino che, con la Pinacoteca istituita nel 1842, dal pittore collezionista Fortunato Duranti (1787-1863). Un patrimonio unico, da sempre considerato un "piccolo Louvre".

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Cosa

Gli eventi sismici del 2016 hanno profondamente colpito le aree interne e il diffuso patrimonio culturale delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Le opere d’arte erano conservate, in gran parte, nei musei associati alla Rete Museale dei Sibillini comprendente otto comuni: Montefortino, Montefalcone Appennino, Smerillo, Monte Rinaldo, Montelparo, Montalto Marche, Loro Piceno e San Ginesio.

Dove

OSIMO – PALAZZO CAMPANA Piazza Dante, 4 19 FEBBRAIO – 1 OTTOBRE 2017 ORARI E APERTURE da giovedì a domenica prefestivi e festivi 10 – 13 16- 19 dal 13 aprile al 1 maggio tutti …

Quando

L’esposizione è visitabile dal 19 febbraio al 1 ottobre 2017.

Per informazioni: qui


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