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L’Italia chiude tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari

Raggiunto l'obiettivo previsto dalla legge del 2015. Il "buco nero" degli OPG, quell'«autentico orrore indegno di un paese appena civile», per dirla con Giorgio Napolitano, sono tutti chiusi. Attive 30 Rems nei territori, con 569 pazienti. Per Stop OPG è una «giornata storica» e l'Italia, dopo la riforma Basaglia, «conferma di essere all’avanguardia nella legislazione per il diritto delle persone alla salute mentale»

di Sara De Carli

Due anni dopo la deadline indicata dalla legge e un anno dopo la nomina di Franco Corleone a commissario unico, l’Italia chiude con gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). Lo hanno annunciato ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e Franco Corleone, giunto alla scadenza del suo mandato: gli ultimi sei pazienti saranno trasferiti a giorni dall'ultimo Opg rimasto, quello di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. «Oggi è una giornata storica», ha affermato il ministro, «siamo riusciti a realizzare questo grande traguardo, nei diritti umani e nel percorso della salute mentale».

Nel dicembre 2011, in concomitanza con l’inizio dell’avventura della legge 81, approvata poi nel 2014, le persone internate nei sei OPG d’Italia erano 1300. Alla vigilia del 31 marzo 2015, data indicata dalla legge n. 81 del 2014 per il superamento definitivo degli OPG, nei sei OPG erano rimaste 708, persone di cui una buona metà immediatamente dimissibili. Quasi un anno dopo, nel febbraio 2016, ancora sopravvivevano 4 OPG – Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto – con un centinaio di persone internate illegalmente e sei regioni inadempienti rispetto all’attuazione dei programmi per il superamento degli OPG, la presa in carico delle persone e l’apertura delle REMS, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive, indicate dalla legge. Arrivò così la nomina di Franco Corleone a Commissario unico del Governo.

Oggi sono attive trenta Rems, che a regime arriveranno a 32. Nelle Rems oggi in Italia ci sono 604 posti e 569 pazienti presenti, dei quali 350 con una misura definitiva e 215 con una misura provvisoria. Ma il dato importante per Corleone è che «nel periodo di funzionamento delle Rems, a partire da aprile 2015, vi sono stati 950 ingressi e 415 dimissioni, il che vuol dire che le Rems lavorano in coordinamento con i Dipartimenti di salute mentale Dsm e dunque le persone sono state inoltrate sul territorio in strutture diverse: alcune sono in libertà e alcune in altre strutture territoriali»: questo – ha sottolineato – «dimostra il funzionamento delle Rems», che «funzionano perché hanno personale e molto motivato e vi sono i pilastri della territorialità e del numero chiuso dei pazienti». Nelle Rems la pratica della contenzione meccanica non è più utilizzata, «tranne che a Castiglione delle Stiviere, anche per le sue dimensioni di oltre 120 ospiti».

La possibilità che le Rems fossero dei “mini Opg” era una delle più forti preoccupazioni del Comitato Stop OPG, che in questi anni ha svolto un ruolo fondamentale e che non per nulla in questi mesi ha fatto un “viaggio attraverso le Rems”, che intende continuare. Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Denise Amerini e Patrizio Gonnella, ringraziando per il loro ruolo decisivo il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (ora all’Istruzione), che ha presieduto l’organismo di coordinamento per il superamento degli OPG e il Commissario Franco Corleone, oggi scrivono che «con la chiusura definitiva degli OPG possiamo aprire una nuova fase, assegnando alle Rems un ruolo utile ma residuale, e puntando decisamente al potenziamento dei servizi di salute mentale e del welfare locale, costruendo così concrete alternative alla logica manicomiale, per affermare il diritto alla salute mentale e alla piena e responsabile cittadinanza per tutte le persone, senza distinzione, come vuole la nostra Costituzione».

Per Stop OPG è in particolare positiva la decisione del Governo di mantenere attivo un organismo istituzionale di monitoraggio sul superamento degli OPG, annunziata dalla Lorenzin, «che chiediamo sia aperto al contributo della società civile e nel quale ci rendiamo da subito pronti a partecipare». L’Italia oggi, «dopo la chiusura dei manicomi decisa con la riforma Basaglia, conferma di essere all’avanguardia nella legislazione per il diritto delle persone alla tutela della salute mentale». Nel suo discorso di fine anno, nel dicembre 2012, Giorgio Napolitano aveva definito gli OPG un «autentico orrore indegno di un paese appena civile».


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