Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Sigilli al Park di Favara

È una delle esperienze più note e di maggior successo di rigenerazione di un centro storico abbandonato In un territorio difficile come quello di Agrigento. In pieno agosto vigili e carabinieri sono arrivati per mettere sotto sequestro alcune strutture «per occupazione abusiva di suolo pubblico»

di Redazione

I sigilli al Farm Cultural Park di Favara, un’eccellenza tra le esperienze di rigenerazione di un contesto in fortissimo degrado, protagonista anche della Prima giornata della Generativa sociale. Favara è alle porte di Agrigento e dal 2010 è stato trasformato in un Centro culturale di nuova generazione «nel quale la cultura diventa strumento nobile per la rigenerazione di un territorio e per dare ad una città senza passato, un presente ed un futuro», come si legge dal sito dell’Associazione.

Ebbene il 4 agosto per delle presunte irregolarità sull’occupazione di suolo pubblico, i carabinieri e i vigili urbani hanno apposto i sigilli ad alcune delle strutture. «Siamo sotto assedio», è stata la reazione di Andrea Bartoli, il notaio che con la moglie Florinda Saieva è l’anima dell’esperienza di Favara. Un atto di burocrazia cieca, in un contesto come quello siciliano che ha vissuto ben altri oltraggi in termini di abusivismo, ammesso che in questo caso di abusivismo si possa parlare, visto che si tratta di strutture temporanee in legno per le quali era stata presentata regolare richiesta.

Naturalmente la notizia ha sollevato l’indignazione del web ed è stata lanciata una petizione sul change.org. «Basta l’ordinanza di un dirigente dell’ufficio comunale per smontare l’incredibile processo che tutto il gruppo che si raccoglie intorno a Florinda Saieva e Andrea Bartoli da tempo svolge a Favara: un atto compiuto secondo i vecchi stili del burocratese, con gesti antichi chiusi fra le pareti stanche di uffici dediti a gestire il passato, non una visione del futuro», hanno scritto i promotori. Sul caso è intervenuta anche Federculture, per bocca del suo direttore Claudio Bocci: «Questa vicenda tanto assurda quanto grave– è purtroppo l’espressione di una gestione paradossale della cosa pubblica, di un’amministrazione in balia di una burocrazia ottusa che esercita un potere ciecamente intransigente a danno dell’intera comunità». Conclude Bocci: «Farm Cultural Park, come è noto, è una realtà culturale e artistica di eccellenza, un esempio di rigenerazione urbana di livello internazionale, che dovrebbe essere sostenuto e portato come fiore all’occhiello dall’amministrazione locale».

Secondo quanto riferito da Andrea Bartoli «gli uffici comunali si sono impegnati alla revoca dell'ordinanza di ripristino dei luoghi previa presentazione di Farm di tutta la documentazione utile al superamento di tutte le criticità presenti».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA