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Palmieri (Forza Italia): «Sulla riforma del Terzo settore il Governo Gentiloni non perda tempo»

Il deputato appena rieletto spiega così la posizione del suo gruppo malgrado nel 2016 avesse votato contro la norma: «I soggetti del Terzo settore hanno bisogno di avere quanto prima un quadro completo, l'esecutivo vada avanti con i provvedimenti che mancano. La scadenza di agosto è vicina, anche perché la durata dello stallo politico potrebbe durare mesi»

di Redazione

«Il Governo, finché è in carica, vada avanti con i decreti che mancano al completamento della Riforma del Terzo settore», l’invito arriva dal parlamentare di Forza Italia Antonio Palmieri, appena rieletto alla Camera dei deputati. Palmieri nella scorsa legislatura oltre ad aver seguito l’iter della Riforma si è occupato per conto del gruppo azzurro delle partite più significative legate all’innovazione sociale e tecnologica. Dopo le interviste al sottosegretario al Welfare Luigi Bobba e alla portavoce del Forum del Terzo settore Claudia Fiaschi, abbiamo chiesto a Palmieri la posizione di Forza Italia nei confronti della legge 106/2016 e dei decreti legislativi che l’hanno seguita.

Dal Terzo settore arriva la richiesta ad andare avanti, in Aula però voi avete votato contro la Riforma. Nel caso doveste assumere responsabilità di Governo quale tipo di approccio avreste?
Il nostro voto contrario è era indirizzato particolarmente nei confronti della Fondazione Italia sociale, intorno alla quale ormai i giochi mi sembrano chiusi. Un giudizio profondamente negativo che ribadisco: non si capisce perché un Governo debba promuove un ente che va a fare concorrenza ai soggetti non profit su un terreno vitale come quello della raccolta fondi. Detto questo il mio invito al Governo in carica è quello di procedere senza indugio alla formulazione dei provvedimenti collegati entro il termine di inizio agosto.

La nostra contrarietà era determinata principalmente dalla presenza nella norma della Fondazione Italia Sociale, un ente che farà concorrenza alle organizzazioni non profit sul fronte del fundraising

Non è una contraddizione considerata la vostra posizione di partenza contro la riforma?
No, perché come le ho detto il punto dirimente era la Fondazione, incarnazione di una mentalità dirigista e statalista che poco ha a che fare con la nostra cultura e poi perché una forza politica aperta alla società non può ignorare le richieste che arrivano dalle rappresentanze del non profit: che sono quelle di avere un quadro il più completo e coerente il prima possibile. Quindi ribadisco: il governo non consideri questo periodo di stallo come un’occasione per tirare i remi in barca, ma punti dritto all’obiettivo, mantenendo viva il confronto con il Forum del Terzo settore . Anche perché i tempi per un nuovo governo sono difficili da prevedere.

In che senso?
Ricordo che le 2013 in una situazione meno complessa dell’attuale al presidente della Repubblica sono stati necessari due mesi per dare l’incarico.

La sua è una posizione di Forza Italia o è condivisa col resto del centrodestra, in particolare la Lega?
Questo bisognerebbe chiederlo a loro. Io posso dire però che sul principio della sussidiarietà e sulla necessità dell’ascolto e del coinvolgimento dei territori e dei soggetti sociali che vi operano il fronte del centrodestra è compatto.


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