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5 per mille, è tornato il tetto. La conferma dell’Agenzia delle Entrate

Era un sospetto: possibile che la somma del contributo per gli ammessi e per gli esclusi faccia esattamente 500 milioni? Adesso c'è la conferma dell'Agenzia delle Entrate: nel 2017 gli italiani hanno destinato al non profit una cifra maggiore di quella stanziata a copertura del 5 per mille e di conseguenza è stato ricalcolato l'importo del contributo di ogni singolo ente

di Sara De Carli

L’Agenzia delle Entrate conferma. Il 5 per mille nel 2017 ha superato il tetto dei 500 milioni di euro stanziati come copertura e di conseguenza è stato necessario riparametrare i contributi destinati ai singoli enti, in modo da restare sotto i 500 milioni. Cifre non ne escono, ma la conferma c’è.

Il quesito di Vita.it all’Agenzia delle Entrate viene dall’osservazione delle liste del 5 per mille 2017 pubblicate lo scorso 26 marzo dall’Agenzia delle Entrate stessa, che riferivano di un 5 per mille in crescita e giunto ormai a 495.841.714,55 euro destinati agli ammessi. Una cifra vicinissima alla soglia dei 500 milioni stanziati a copertura dal 2015 in poi, quando il 5 per mille venne stabilizzato e liberato dalla necessità di “strappare” ogni anno risorse ad hoc.

Ma è stata Giulia Frangione, CEO di Italia non Profit, a mettere in luce sempre su Vita.it come la cifra destinata agli enti ammessi sommata a quella destinata agli enti esclusi facesse – elenchi dell’Agenzia alla mano – esattamente 500 milioni di euro, tondi tondi, spaccati al centesimo. Una coincidenza? O il segno che i contribuenti italiani nel 2017 hanno destinato agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti una cifra superiore ai 500 milioni di euro della copertura e che di conseguenza le cifre riportate negli elenchi non corrispondono a quanto esattamente attribuito dai contribuenti ma a un ricalcolo fatto dall’Agenzia delle Entrate per stare sotto i 500 milioni? La seconda, oggi possiamo dirlo con certezza.

Il 5 per mille torna così, con l’edizione 2017, ad avere un tetto. Quanto manchi rispetto al contributo che in realtà gli italiani avevano destinato al non profit, al momento non siamo in grado di quantificarlo. Quel che è certo è che fin dalla prossima legge di Bilancio sarà necessario aumentare le risorse per la copertura del 5 per mille, visto che lo strumento ha già superato la soglia dei 500 milioni e di fatto continua a crescere fin da quando è nato.

Il Governo pare esserne consapevole, dal momento che già qualche giorno fa il sottosegretario Claudio Durigon, con delega al Terzo settore, ci aveva risposto che «verosimilmente con la prossima edizione sarà necessario reperire ulteriori coperture rispetto ai 500 milioni previsti attualmente, in quanto, a partire dalla messa in funzione del Registro unico nazionale del Terzo settore, nella categoria degli enti del volontariato dovrebbero rientrare tutti gli enti del Terzo settore (e non più, come prima previsto, solo Onlus, enti del volontariato e associazioni di promozione sociale). Sul punto è in fase di ultimazione il DPCM che potrebbe fornire maggiori precisazioni sulla platea dei beneficiari e sui criteri di assegnazione».

Negli anni fra il 2010 e il 2013, lo Stato aveva trattenuto complessivamente 310 milioni di euro del 5 per mille, a causa del tetto.

«E’ una buona notizia che la propensione all'utilizzo del 5 per mille degli italiani sia cresciuta. Occorre mettersi al lavoro da subito per adeguare le risorse a copertura del 5 per mille. Si tratta di scelte di fiscalità volontaria ed è quindi necessario mettersi nelle condizioni di rispettare la volontà dei contribuenti che con queste scelte di "solidarietà fiscale" intendono sostenere specifiche iniziative nella propria comunità », commenta Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore.

In foto, l’asilo di Qaraqosh in Iraq sostenuto da Avsi attraverso il 5 per mille (foto di Stefano Melgrati).


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