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I capi azienda firmano per rafforzare la Esse

Già quindici grandi imprese hanno aderito al manifesto del Global compact network Italia (Onu). Così gli amministratori delegati impegnano le proprie organizzazioni a garantire migliori standard lavorativi per dipendenti e fornitori, ridurre le disuguaglianze, sostenere la comunità e investire sulla formazione. Cioè a rafforzare il proprio impegno sociale

di Nicola Varcasia

Rafforzare il ruolo della dimensione sociale (la Esse dell’acronimo Esg) nelle strategie aziendali. È l’impegno assunto dagli amministratori delegati e presidenti di quindici realtà italiane hanno firmato il manifesto “Imprese per le persone e la società”. Lo ha proposto l’Un global compact network Italia, la rete locale dell’iniziativa di sostenibilità d’impresa promossa dalle Nazioni unite. Le aziende prime firmatarie sono: Aeroporti di Roma, A2A, Andriani, Avanzi, Carbonsink, Edison, Hera, Inwit, Italmobiliare, Itelyum, Legance – Avvocati associati, Maire, Pirelli, Snam, Ucb pharma.

L’adesione al manifesto comporta molteplici impegni: garantire standard lavorativi adeguati ai propri dipendenti, a richiederli ai propri fornitori, ridurre le disuguaglianze sociali e di genere nella comunità esterna, supportare azioni per il benessere della collettività, investire nella formazione e nella sensibilizzazione dentro e fuori l’azienda, anche con la collaborazione con altre realtà. Il Manifesto può essere condiviso anche dalle imprese che non aderiscono all’iniziativa dell’Onu attraverso la landing page dedicata, disponibile sul sito italiano dell’organizzazione.

Nel lanciare questa iniziativa, dall’Un global compact fanno notare come nell’ultimo decennio la dimensione ambientale della sostenibilità abbia assunto una rilevanza primaria nell’azione dei governi nazionali e dell’Unione europea. Questo ha contribuito a diffondere, tra aziende e cittadini, l’errata percezione che la dimensione sociale non fosse altrettanto prioritaria. Dal Rapporto annuale 2022 dell’Istat è invece emerso che il 9,4% della popolazione italiana si trova in condizione di povertà assoluta (dal 2005 al 2021 si è passati da 1,9 a 5,6 milioni). Lo stesso rapporto evidenzia come in Italia la condizione di povertà permanga anche in presenza di un’occupazione, con il 29,5% dei lavoratori dipendenti che ha una retribuzione lorda annuale inferiore ai 12mila euro.

In questo contesto, osservano ancora i promotori del manifesto per le aziende, l’azione del settore privato è fondamentale per accrescere e accelerare l’impegno anche nella dimensione sociale della sostenibilità. Un’indagine Istat stima che nel 2022 il 59,5% delle imprese manifatturiere abbia intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, solo il 44,6% adotta pratiche di sostenibilità sociale. Il dato scende ulteriormente tra le imprese dei servizi, registrando che, sul 50,4% delle aziende impegnate in processi sostenibili, solo il 40,3% ha sviluppato azioni per la dimensione Sociale. In altre parole, è ciò che VITA va sostenendo da tempo, con l’impegno a fare la propria parte per far accendere i riflettori sul tema della “Esse debole”.

«Le sfide sociali da affrontare sono ancora numerose e complesse, sia sul piano nazionale che globale. Fra queste, vi sono anzitutto la crescita della povertà assoluta, l’emersione del fenomeno dei working poor e l’acuirsi delle disuguaglianze. Il World economic forum ha identificato nell’erosione della coesione sociale il quarto rischio più grave al livello mondiale per i prossimi dieci anni. È in questo scenario che l’Un global compact invita il settore privato a compiere una riflessione strategica sull’impatto delle proprie operazioni sulla dimensione sociale e sul proprio potenziale di creare cultura e valore condiviso, affinché le persone siano poste costantemente al centro e nessuno venga lasciato indietro», ha dichiarato Daniela Bernacchi, executive director, Un global compact network Italia.

Ha rafforzato il punto il presidente Marco Frey: «Lanciamo il manifesto con l’obiettivo di ispirare un impegno nuovo e sempre più alto, da parte del settore privato, con riguardo alla dimensione sociale della sostenibilità. Firmando il loro supporto ai punti del manifesto, i Ceo aziendali si impegnano a innalzare il livello di ambizione per la creazione di società inclusive, eque e prospere, andando oltre gli obblighi fissati dalla legge, coinvolgendo le filiere ed estendendo l’impatto all’intera catena del valore. Il nostro auspicio è che questa iniziativa dia un forte impulso al coinvolgimento dei massimi leader aziendali sulla dimensione sociale e poi, a cascata, al fiorire di politiche e azioni concrete per promuovere il benessere delle comunità interne ed esterne alle organizzazioni». «Abbiamo scelto di essere i primi firmatari del manifesto perché lo sviluppo sostenibile del nostro business rappresenta per noi una delle direttrici principali della propria strategia», ha commentato infine Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, che ha organizzato l’evento di lancio di questa nuova iniziativa.


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