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Offline batte online 40 a uno

Al di là dei miti da sfatare il segreto del fundraising americano è il buon vecchio, sano, antico, trattare bene il donatore: customer care ovvero “donor care”

di Valerio Melandri

«So che il vostro Valerio Melandri sta trascorrendo un periodo di formazione a New York. Mi piacerebbe sapere da lui qual sono le tendenze più innovative negli Usa sul versante della raccolta fondi».  
Antonio Melli

 

LA RISPOTA DI VALERIO MELANDRI:

Questo è una strano Paese che passa da un fundraising della piccola scuola elementare pubblica dove va mia figlia (500 bambini), che raccoglie 1 milione di dollari all’anno, al fundraising della grande istituzione culturale con migliaia di donatori, che non ha nemmeno il database e usa excel. Dalle stelle alla stalle, in pochi metri. Ci sarebbero tante cose da dire su quello che vedo, ma inizierei dallo sfatare tre miti.

Mito 1 – Il fundraising online negli Usa ha reso obsoleto il direct mail. Ahimè negli Usa non è così. Non è vero e non lo sarà per ancora un bel po’. Da queste parti il direct mail ha raccolto dalle 20 alle 40 volte quello che si raccoglie con l’online. La percentuale assoluta dice che nel 2012 l’online ha raccolto meno del 4% del totale dei fondi.

Mito 2 – Negli Usa i giovani vanno online per donare. Non sembra così. Secondo un recente studio (Convio Study 2012), il 77% dei Baby Boomers (nati fino al 1968), preferiscono il cartaceo all’online.  Inoltre ben il 26% dei ragazzi di generazione Y (nati dopo il 1980) preferisce il cartaceo contro solo il 29% che predilige l’online. Quindi siamo più o meno pari.

Mito 3 – Il social networking negli Usa è la chiave del successo nel fundraising. Non è vero. Ci sono dei simpatici casi di successo, ma ahimè la stragrandissima maggioranza rimane completamente a secco. Crowdfunding, facebook, twitter, sì sono cose belle, ma diciamocelo… qua non funzionano! L’86% delle applicazioni per IPhone non è stata acquistata da nessuno… è un indicatore? La media donazione dei partecipanti a un social network è di 7 centesimi a testa… (Toliver, 2013). Allora quale è oggi la strada per il successo nella raccolta fondi? Una risposta a una domanda così complessa non puo’ avere una risposta semplice. Ma forse una prospettiva interessante è questa: «Ieri la migliore organizzazione era quella che si faceva conoscere di più: oggi ha successo l’organizzazione che conosce meglio il donatore». Di che si tratta? Del buon vecchio, sano, antico, trattare bene il donatore: customer care, ovvero “donor care”.


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