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Economia & Impresa sociale 

Risotto alla finanziera

Blitz delle Fiamme Gialle a Milano, ristoranti e Suv sotto tiro

di Franco Bomprezzi

Il tema dell’evasione fiscale continua a essere centrale per l’opinione pubblica ma anche per accrescere il consenso all’azione del governo. Dopo i blitz a Cortina e in Riviera, ecco che Agenzia delle Entrate, Fiamme Gialle e Inps colpiscono duramente a Milano, e i giornali raccontano i primi risultati, che confermano la tendenza generale a non emettere scontrini e ricevute.

“Così i locali evadono il fisco” è l’apertura di oggi del CORRIERE DELLA SERA. In sintesi le notizie: “Nuovi controlli antievasione fiscale ieri a Milano dopo quelli effettuati sabato sera da 580 uomini dell’Agenzia delle entrate, Inps, Ispettorato del lavoro, vigili urbani e Fiamme gialle in centinaia di bar, ristoranti, discoteche e negozi. Primi bilanci. Le irregolarità: niente scontrini, merce contraffatta, dipendenti clandestini. La Guardia di Finanza ha accertato che un negoziante su tre, a Milano, evade le tasse. Studi di settore. Quasi tutti i commercianti milanesi «pizzicati» dalle Fiamme gialle e dagli 007 del Fisco hanno falsificato gli studi di settore. Ora tocca al Sud. Le prossime verifiche antievasione fiscale interesseranno gli esercizi del Meridione”. Vignetta a puntate di Giannelli che si conclude con “l’ammazzacaffè” servito dalle Fiamme Gialle. Cesare Giuzzi racconta il weekend milanese a pagina 2: “Scontrini e merce truccata. Milano, un terzo fuori regola”. Ecco un passo: “La grande offensiva milanese contro l’evasione fiscale — 580 uomini tra Agenzia delle entrate, Inps, ispettorato del lavoro, vigili e fiamme gialle, 24 ore tra ristoranti, discoteche, bar e negozi — è finita. Il bilancio, ancora assolutamente parziale, parla di 230 controlli della sola Guardia di finanza e di 75 verbali per «mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale». Il resto arriverà oggi dopo le verifiche incrociate del Fisco”. E questa la conclusione: “Oggi arriverà il responso dell’Agenzia delle entrate sulle temute verifiche incrociate. Dichiarazione dei redditi da un lato, auto di lusso, barche e immobili dall’altro. La prova del nove anti-evasori. Sabato notte i vigili hanno fermato e controllato macchinoni e fuoriserie. Molte sono risultate intestate a società. Ora c’è da capire se si tratta di attività «regolari» o di aziende fantasma usate solo per evadere il Fisco. Negozianti, locali, paperoni col Suv. «Potrebbero esserci altri accertamenti. L’attività non è chiusa», ripetono i finanzieri. L’esame non è finito. E Milano, stavolta, rischia davvero la bocciatura”. Andrea Galli, a piede di pagina 2, racconta: “Un pizzino sul frigo. La notte di duello tra patron e agenti”. Apertura di pagina 3: “L’Agenzia delle entrate: e ora al Sud”, pezzo di Stefania Tamburello, che scrive: “l’indagine di Milano non ha solo guardato alla registrazione di entrate, uscite e spese varie. A meravigliare, in qualche modo, i pure accorti ed esperti agenti delle Fiamme Gialle è stata anche la scoperta dei lavoratori in nero. Un numero rilevante, circa 100, di lavoratori impiegati in piena vista sono risultati non registrati e quindi in pratica sconosciuti non solo al Fisco ma anche all’Inps. Sarebbe un aggravante dell’evasione, se fosse possibile valutarla come tale. Ma sicuramente un elemento preoccupante che getta una nuova luce sul fenomeno dell’evasione fiscale nel commercio. Anche se certo il sommerso non è un fatto nuovo per il Belpaese: l’Istat infatti ha calcolato che tra attività in nero e evasione fiscale e contributiva il valore raggiunge i 275 miliardi di euro, 6 volte circa la manovra varata dal governo Monti. Chi trasgredisce, e non paga le imposte che deve, non può quindi stare tranquillo. Anche se la strategia anti-evasione dell’Agenzia guidata da Befera potrebbe dargli un po’ di fiato. Dipende da dove si trova. Dopo Milano infatti i controlli a tappeto, si fa trapelare, dovrebbero indirizzarsi sulle città del Sud. Ma non si sa per quanto tempo”. Infine Giusi Fasano, a piede di pagina 3: «I Suv? Intestazioni fasulle e società nei paradisi esteri», frutto della conversazione con il colonnello Massimo Mannucci della Finanza: “Non si potevano fare controlli dall’ufficio? Perché fermare per strada un Suv, una Maserati, una Ferrari, una Lamborghini? «Per esempio perché se ci limitiamo ai controlli dall’ufficio non incappiamo negli evasori totali. Che dati incrocio se sono sconosciuti al Fisco?» semplifica il colonnello Manucci. Non è cosa poi tanto rara, sembra, imbattersi in qualcuno al volante di una Porsche Cayenne che però risulta avere zero reddito come i 7.500 nullatenenti scoperti nel 2011. Le auto di lusso, quali che siano, sono da sempre «un indicatore di ricchezza che merita attenzione» per dirla con le parole del comandante. Nel 2011 nel nostro Paese sono state immatricolate 110.855 auto da almeno 2.800 cc di cilindrata. Impossibile incrociare i dati di tutte con quelli fiscali dei proprietari ma i controlli annuali, nel 2011 come negli anni precedenti, rivelano sempre la stessa situazione: stando alle dichiarazioni dei redditi meno della metà dei proprietari se le potrebbe permettere”.

LA REPUBBLICA dà la notizia a pagina 6. «Milano, la Finanza raddoppia. Bar, ristoranti e negozi al setaccio, il 30% senza scontrini e ricevuta». La cronaca di Oriana Liso e Davide Carlucci: «Dall’happy hour al brunch. È nell’arco di tempo che comprende i due riti consueti sotto la Madonnina che l’Agenzia delle entrate e la guardia di finanza hanno deciso di concentrare il blitz più in grande stile tra quelli effettuati nell’ultimo mese per scovare gli evasori fiscali. I primi dati darebbero ragione a chi invoca i controlli a tappeto: oltre il 30 per cento dei verbali firmati dalle Fiamme gialle riguardava la mancata emissione di scontrini e ricevute. Molto più di quanto succede durante i controlli di routine, che di solito fanno registrare il 10 per cento di irregolarità. E le anomalie sarebbero state tantissime anche sabato sera: quasi “imbarazzante”, sembra, il numero di violazioni riscontrate, da quelle sui libri contabili – e soprattutto sugli studi di settore – a quelle sulla presenza di lavoratori irregolari o clandestini». Taglio basso, intervista al titolare di un negozio Furla in corso Buenos Aires, Gabriel Maghnaghi: «Viva i controlli, non fanno danni e eliminano la concorrenza sleale». L’entità del fenomeno viene approfondita nel dossier a cura di Lucio Cillis: «L’evasione: Autonomi e imprenditori non dichiarano il 56% del loro reddito effettivo». A nascondere i guadagni «è soprattutto il Centro- Nord. Sottratti allo stato 120 miliardi l’anno».

IL GIORNALE non fa cenno in prima al blitz della finanza a Milano. All’interno però Marta Bravi e Enrico Lagattolla firmano a quattro mani “Niente scontrini, beccato un esercente su tre” il cui sommario recita «blitz nelle vie dello shopping di Milano: 230 negozi e i bar setacciati dalla Gdf. La Lega: solo cinema». «Sono stati 230 gli accessi negli esercizi tra bar, ristoranti e negozi visitati dalle Fiamme gialle del comando provinciale», spiega la giornalista, «e il bilancio è stato di tutto rilievo. Settantacinque i commercianti a cui i militari della Gdf hanno contestato irregolarità. Insomma, più di un negoziante su tre si è dimostrato allergico agli scontrini. Da piazzale Cadorna a corso Vittorio Emanuele, pieno centro di Milano a pochi passi dal Duomo, da corso Buenos Aires – una delle vie dello shopping più importanti della città – fino a via Paolo Sarpi e strade limitrofe, dove i negozi “made in China” si moltiplicano ormai da anni. Centoventi i finanzieri impegnati dalle 10 di ieri mattina in un’operazione che arriva dopo i blitz a Cortina, a Roma e a Portofino, tutti nel giro di una dozzina di giorni. Una vasta strategia anti-evasione che dall’inizio dell’anno ha fatto emergere anche situazioni-limite: dalle auto di lusso possedute da chi dichiara redditi sotto i 30mila euro, al ristoratore che ha moltiplicato i guadagni anche di cento volte da un sabato all’altro. In realtà, almeno per quanto riguarda le Fiamme gialle di Milano, i controlli anti-evasione rappresentano un’attività di routine. Ma ora, l’eco della stretta ai furbetti del registratore di cassa alza la soglia di attenzione. Scontrini e ricevute fiscali, dunque, nel mirino dei finanzieri. L’incidenza delle irregolarità, come detto, è stata alta: ogni tre verifiche, una ha portato alla contestazione. La giornata si è così conclusa con 230 controlli, e in ben 75 casi è stata accertata la mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale (pari al 31 per cento dei casi), un centinaio di capi contraffatti delle più note griffe di moda sono stati sequestrati dagli uomini della Gdf, mentre si sono presi una denuncia due stranieri già colpiti da un ordine di espulsione. A questi numeri, vanno poi aggiunte le 300 auto di lusso controllate sabato notte dagli agenti della polizia locale, il 15 per cento delle quali ha intestatari “sospetti”, cento lavoratori in nero, tre clandestini e circa un 10 per cento di irregolarità nel rilascio degli scontrini».

“Fisco e lavoro nero. Dopo la movida tocca allo shopping”. Così LA STAMPA titola le due pagine dedicate al doppio blitz della Finanza a Milano, sabato sera nei locali della movida, ieri nei negozi, con “centinaia di verbali dalla ricca via Montenapoleone a Chinatown”. Un intervento che, come già era successo dopo i controlli di Cortina e Roma, lascia strascichi polemici tra i “colpiti”, negozianti e ristoratori. Soprattutto questi ultimi, che si sono visti scombussolata la serata di sabato, “orario inopportuno”, lamentano. Soprattutto, a tenere banco è lo scaricabarile: perché noi negozianti sì, e notai e dentisti no? La catena è infinita. In sintesi, i risultati del blitz milanese: “In tutto le Fiamme Gialle hanno emesso 230 verbali di constatazione. Tra questi ben 75 solo per mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale. I 120 finanzieri al lavoro per dieci ore hanno sequestrato oltre cento beni contraffatti. Si tratta di capi di abbigliamento e accessori con false griffe alla moda ma di scarsissima qualità”. Come approfondimento, faccia a faccia tutto milanese tra il legista Matteo Salvini (“Fanno i John Wayne con chi fatica di più ignorando il Sud”) e l’assessore al Commercio del comune di Milano Franco D’Alfonso, che sposa invece la linea dura della GDF: «La tolleranza zero è una cosa positiva. Non c’è dubbio che debba fare scuola anche da noi. Nessuno può più pensare di non emettere scontrini o regolare fattura».

E inoltre sui giornali di oggi:

BANCHIERI
CORRIERE DELLA SERA – Levata di scudi dei banchieri dopo la tirata d’orecchi di Dario Di Vico, che ieri rimproverava agli istituti di credito uno scarso coraggio nel finanziare le imprese piccole e medie. Oggi la risposta firmata da Alessandro Azzi, Carlo Fratta Pasini, Giuseppe Mussari, Antonio Patuelli, Camillo Venesio, a pagina 6: “Ecco cosa facciamo per non strozzare il credito”. Secondo loro nel 2011 oltre il 50 per cento dei finanziamenti è stato erogato a imprese di piccola e media dimensione. “Per le banche italiane i finanziamenti all’economia rappresentano più del 60% delle attività complessive rispetto ad una media nei principali paesi europei del 40%”.

MALATTIA
ITALIA OGGI– Ogni lavoratore in congedo per malattia ha diritto alle ferie retribuite. Lo ha stabilito la Corte Europea di Lussemburgo. Secondo il pezzo “Si alle ferie retribuite” gli stati membri devono adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore benefici di ferie annuali retribuite per ameno 4 settimane.

MICROCREDITO
LA STAMPA – A pagina 4 intervista a Muhammad Yunus, presente al vertice di Davos, che dice: «Il capitalismo è un’auto vecchia. Va cambiato». «Invece di cercare di costruire un’auto nuova ci ostiniamo tutti a cercare di riparare quella vecchia. Ma è impossibile. Il capitalismo è un modello nato più di cent’anni fa, non tiene il passo con un mondo che cambia così in fretta».


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