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Cooperazione & Relazioni internazionali

Ucraina anno zero. Tra i manifestanti di Slaviansk

Eliseo Bertolasi: "Il governo di Kiev chiama questi manifestanti “terroristi”, non a caso, per reprimerli, da settimane parla di un’imminente operazione anti-terrorismo; loro, però, non si sentono terroristi, non si sentono nemmeno eroi, semplicemente si definiscono “difensori” della propria regione della propria identità".

di Redazione

Mosca “deve scegliere o il mondo è pronto a agire contro la Russia”. Le parole del segretario di Stato americano John Kerry, pronunciate una settimana dopo l’accordo di Ginevra, hanno segnato il passo. «Solo una delle due parti in causa», ha affermato Kerry,  «sta rispettando gli impegni». Le sanzioni, operative da oggi, hanno infatti alzato il livello di guardia in tutto il Paese e rendono a tutti evidenti che le parti in causa sono ben più di due. Anche per questo i gruppi che a Donetsk, Ucraina dell’est, tengono prigionieri osservatori dell’Ocse hanno alzato i toni.  

I luoghi dei viaggi di Eliseo Bertolasi – a cura di Simone Cattaneo


In città si vedono bandiere a tre fasce (rossa, blu e nera, che indica il carbone, risorsa della zona), che stanno a indicare la Repubblica del Donbass, l'area industriale del paese, mentre a Slaviansk, dove nei giorni scorsi si sono registrati morti e feriti la situazione non è chiara. Abbiamo sentito in proposito Eliseo Bertolasi, russista, ricercatore associato e analista geopolitico all’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) di Roma, che si trova sul posto.
 

Il russista Eliseo Bertolasi

Dopo gli scontri dei giorni scorsi – 8 i morti accertati, nei dintorni della città – il sindaco Viaceslav Ponomarev ha disposto il coprifuoco. Com'è la situazione sul terreno? Ci sono davvero le barricate, come si legge sui nostri media?
A Slavjansk i miliziani filo-russi stanno presidiando “militarmente” il municipio e un tratto della via centrale del paese. L’entrata del municipio è bloccata da sacchi di sabbia, dietro i quali sono appostati i miliziani. Sul municipio sventola la bandiera russa e la bandiera della Repubblica del Donbass (tre fasce: rossa, blu, come la bandiera russa, e nera, quest’ultima ad indicare il carbone, la grande risorsa del Donbass). Anche tutte le strade d’accesso alla città sono presidiate dai milizaini; sui loro posti di blocco sventolano le bandiere russe.La città è pronta a difendere ad oltranza e con la forza le ragioni della sua protesta.
 

 

Miliziani, militari, filorussi… come li chiamiamo?
Il governo di Kiev chiama questi manifestanti “terroristi”, non a caso, per reprimerli, da settimane parla di un’imminente operazione anti-terrorismo; loro, però, non si sentono terroristi, non si sentono nemmeno eroi, semplicemente si definiscono “difensori” della propria regione della propria identità.
 

 

Che tipo di equipaggiamento militare hanno?
Sono armati di armi leggere hanno solo qualche tank, vestono mimetiche diverse, anche la loro età è eterogenea (ho modo di constatarlo quando si tolgono il passamontagna e mostrano il viso). Sono consapevoli che in un probabile scontro a fuoco con l’esercito ucraino il rapporto di forze sarebbe decisamente a loro sfavore. Tuttavia si va avanti!
 

 

Ha avuto modo di parlare con loro?
Certamente. Mi dicono: “Ormai indietro non si torna! Continueremo fino alla fine, siamo pronti a morire per la nostra causa”. In città, di notte, come diveva lei c’è il coprifuoco dalla mezzanotte alle sei di mattina, provvedimento totalmente comprensibile per salvaguardare la popolazione civile, in considerazione del fatto che la cosidetta operazione governativa anti-terrorismo è attesa di notte.

La gente comune come reagisce, quali sono gli umori che sul campo? La situazione – cibo e acqua – è nella normalità?
La gente comune cerca di trovare una dimensione di normalità, con molto pragmatismo la vita continua ugualmente. Nella grande piazza antistante il municipio presidiato dai miliziani filo-russi le mamme passeggiano con i bambini, i negozi sono aperti, non manca né l’acqua né i viveri… la vita continua…
 

 

Abbiamo visto inoltre che molta gente porta e offre ai  miliziani bevande, viveri, sigarette…
Sul piedistallo del monumento di Lenin, che domina la piazza, sono state appese le foto delle tre vittime, morte a Bilbavosvka nella notte tra il 19 e il 20 di questo mese, quando il posto di blocco che presidiavano è stato attaccato dai governativi (si dice dai miliziani di Pravdi Sektor); sotto le loro foto la gente deposita tanti fiori.
 

 

Hanno appoggio tra la popolazione o agiscono indipendentemente?
C’è il pieno appoggio della cittadinanza ai miliziani filo-russi proprio perchè rappresentano la punta di diamante di un vasto movimento popolare di ribellione all’attuale potere di Kiev che, ricordo, è salito al potere con la forza, senza passare attraverso libere elezioni, e che, fin dall’inizio ha manifestato palesemente un forte astio sia verso la Russia che verso la popolazione russa e russofona del Paese.

Questa cittadina sembra diventata decisiva negli equilibri tra guerra e pace. Che aria tira tra i filorussi?
I miliziani filo-russi portano sugli abiti il nastrino di San Giorgio dai colori nero e arancione: il simbolo del Giorno della Vittoria della Grande Guerra Patriottica. Dicono che il fascismo, come non è passato durante la guerra, non passerà nemmeno ora!
 

 

Quindi c'è un'attualità nel loro discorso sul fascismo, non di rivolgono solo a questioni “passate”?
Quando parlano di fascismo attuale fanno riferimento alle varie formazioni politiche che hanno preso il potere a Kiev: dal partito Svoboda al famigerato movimento Pravdi Sektor.  Qui, nella regione del Donbass, come in tutta l’Ucraina Sud-orientale, mi dicono: “Il fascismo non passerà!”.

 

@oilforbook


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