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Un milione, in silenzio. Parola di BXVI

Madrid sarà la prima Gmg della "visione Ratzinger". Meno rock, più occasioni per «far parlare Dio»

di Redazione

Li aveva lasciati a Sydney, sotto le vele dell’Opera House, in quella Gmg che alla vigilia sembrava molestare i laicissimi australiani e che alla fine invece si era rivelata una grande festa per tutti. Benedetto XVI, ora, sta per ritrovarli questi giovani: secondo la legge non scritta ma ampiamente verificata per cui gli iscritti si triplicano a ridosso dell’evento, il 21 agosto all’aerodromo di Cuatro Vientos, a Madrid, ci saranno non meno di un milione e mezzo di ragazzi. Fra Sydney 2008 e Madrid 2011, però, non ci sono solamente tre anni e 17mila km: in mezzo c’è uno spartiacque teologico. Quello per cui la Gmg di Madrid sarà la prima della storia ad avere, dall’inizio alla fine, il marchio BXVI. Era il dicembre del 2008, pochi giorni prima del Natale. Benedetto XVI incontrava il clero romano per il consueto messaggio di auguri. E sorprese tutti con un discorso che fece piazza pulita delle Gmg come «una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star», «un grande spettacolo, anche bello ma di poco significato per la fede». Questo non è, attenzione, ciò che Benedetto XVI pensava dei raduni “made in GPII”, con piume, balletti, cori da stadio e tanta tanta empatia tra il Papa e i suoi ragazzi: piuttosto le citava come «analisi in voga», anche di «alcune voci cattoliche», da cui il Papa sembra discordare. E tuttavia, con quel discorso, Benedetto XVI tracciò una sorta di ermeneutica delle Gmg da cui nessun comitato organizzatore futuro avrebbe potuto prescindere. Men che meno quello che, appena due mesi dopo, il 5 marzo 2009, iniziò a lavorare per Madrid 2011.

Chi è la star?
«Non leggerei Madrid come una totale discontinuità rispetto al passato», dice monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e portavoce della Cei. «Certo però sarà la prima dove la visione di Benedetto XVI sarà definitivamente espressa». L’idea portante è una: «Lasciare a Dio la possibilità di parlare e restituire ai giovani la possibilità di ascoltare». Concretamente significa tanto silenzio. E due gesti liturgici difficili e dimenticati: l’adorazione eucaristica e la Confessione.
Il momento centrale della Gmg, quello emotivamente più intenso, è sempre stata la veglia notturna: già da Colonia, al suo debutto, Benedetto XVI volle che la festa di canti e spettacolo culminasse nel silenzio dell’adorazione eucaristica, con tante tende con il Santissimo allestite nella spianata di Marienfeld. A Madrid, invece, ci saranno più di 50 chiese aperte durante la notte del 20 agosto («il Papa non è la star attorno alla quale gira il tutto», appunto). Sarà invece una prima assoluta il fatto che a Madrid il Papa confesserà personalmente alcuni giovani. «Inginocchiarsi è il modo per educare all’insufficienza, rompere il cerchio della solitudine e cedere il passo all’Altro», continua monsignor Pompili. È questo il segreto della Gmg, quell’esperienza di gioia che i paragoni con Woodstock e le sue estasi non bastano a spiegare. Perché, dice Benedetto XVI facendo riferimento a Nietszche, «la festa si può organizzare, la gioia no. Essa può essere soltanto offerta in dono e di fatto ci è stata data in abbondanza. È questo che rende lieta la vita».

Madrid e non solo
Madrid sarà una prima volta anche in altre cose. Perché il papa professore incontrerà i giovani docenti universitari. Perché è la prima per nativi digitali e oltre al sito ufficiale ci sono, per dire, una pagina Facebook in 21 lingue e un sistema di inviti a partecipare che da Pope2You possono essere postati direttamente su Twitter, FB e LinkedIn. Per Chiara Giaccardi, che insegna Sociologia e antropologia dei media all’Università Cattolica, si tratta di «una viralità positiva», dove «la dimensione orizzontale della comunicazione in rete» si affianca a un’esperienza «di orizzontalità della Chiesa, tant’è che alla Gmg i ragazzi sono spesso accompagnati dai vescovi: quest’anno per esempio ci vanno in 103, la metà dell’episcopato italiano».
E poi la Giornata mondiale della Gioventù viene preparata, si racconta, si ricorda, nelle diocesi ma anche soprattutto sui social network: «Non è affatto un’esperienza puntiforme, ma ormai si è codificata in un percorso». Questo prima e questo dopo sono ciò su cui insiste anche Benedetto XVI, per cui le Gmg hanno anche «lo scopo di fare nascere amicizie che incoraggiano uno stile di vita diverso e lo sostengono». Per questo hanno ragione quei 9 ragazzi su 10 che si aspettano che Madrid, nientemeno, gli cambierà la vita.


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